di Alessandro D’Orazio
Secondo un report pubblicato dal World Economic Forum, entro il 2025, oltre la metà del lavoro sarà nelle mani dei robot, i quali saranno in grado di gestire il 52% dei compiti attualmente in mano ai lavoratori. Il dato è davvero impressionante, in quanto rappresenta quasi il doppio delle funzioni svolte dalle macchine rispetto a quelle odierne.
Lo studio del World Economic Forum (WEF) è basato su un’indagine condotta su manager di 300 compagnie operative a livello globale. “Entro il 2025 più della metà di tutte le attuali mansioni sul posto di lavoro saranno eseguite da macchine rispetto al 29% di oggi”, ha affermato l’organizzazione elvetica. Chi guarda positivamente a questo cambiamento è del parere che tali innovazioni potrebbero creare 133 milioni di nuovi ruoli, mentre sarebbero 75 milioni quelli in via di estinzione tra oggi e il 2022. Gestendo quindi la transizione con nuove competenze, alla fine il saldo tra posti creati e distrutti dall’intelligenza artificiale sarà positivo.
Nello specifico, la relazione evidenzia che i robot sostituiranno gli umani nei settori della contabilità, della gestione clienti, industriale, postale e di segreteria. I lavori che richiedono abilità umane, invece, come vendite, marketing e servizi clienti vedranno un progressivo aumento, unitamente al commercio online e ai social media. Obiettivo fondamentale sarà dunque quello di riqualificare i lavoratori, attraverso l’aggiornamento delle proprie competenze, specialmente nelle aree di “creatività, pensiero critico e persuasione”, ha rilevato lo studio.
Secondo i dati evidenziati nel report, come detto, si stima che entro il 2022 ci sarà una perdita di 984.000 posti di lavoro, a fronte però di un aumento di 1,74 milioni. Sulla base di questi dati pertanto non c’è da disperare, in quanto assisteremo ad una nuova e progressiva rivisitazione delle mansioni lavorative: fenomeno tipico dell’era tecnologica odierna. E se i robot potranno agevolare il percorso di sviluppo umano, lo scopriremo fra pochissimi anni.