Insomma.
“Tanto rumore per nulla”, ovvero “La tragedia di un uomo ridicolo”.
Il web, archivio permanente senza sorveglianza, rivela che tutti sono nudi, e anche il re è nudo. Insomma, modificandosi gli scenari, si modifica il pensiero. Perché Sarri ci fa la figura del vecchio cazzone (insulto cartesianamente esatto: grullo, pollo, scemo, rimasto al Sorrento, non pensa alla troiata che sta combinando). Mancini, quello là, il piangina, il chiagnazzaro, ne esce proprio con le ossa rotte.
Cavalca come una prostituta dalla carne mortificata dal tempo la tigre sfatta della destabilizzazione; prova a a trascinare con psicologia degna di miglior causa un po’ di giornalistucoli (anche di nome: che immensa pena Repubblica, mamma mia) inebriati dalla sciarpetta, ammaliati dal ciuffo, istupiditi dalla stentorea, autorevole tetragona dirittura morale dell’Uomotuttodunpezzo.
I che figura ‘e mmerda, Mancì. La stessa che facesti quando eri un bambinello viziato, quando in nazionale scacavi perché testa non ne avevi, quando segnasti un gol ai tedeschi e, per vomitare un po’ di merda su qualche giornalista – gli stessi che oggi si fanno imparoliare come idioti – sbagliasti tribuna, e spalasti letame su un Kohl incredulo.
Chapeau, ora per allora.
Ora hai condotto la tua brava crociata. ma dentro l’ambiente, dentro, sarai una spia infida.
Cazzi tuoi, fighetto mio.