Anche questo mercato invernale è (finalmente) solo un ricordo. Un mercato complessivamente povero, senza colpi di scena, con operazioni solo di contorno per tutte le squadre della massima serie. Non fa eccezione il Napoli che cede Maksimovic e Giaccherini e prende tale Machach.
Tanto è bastato per scatenare l’inferno in terra, e sui social, e nelle tv, e nelle radio contro il presidente romano.
Premessa: da tifoso e da ‘giornalista’, come ovvio e normale che fosse, mi auspicavo un colpo sugli esterni d’attacco, ruolo per il quale effettivamente il Napoli pare essersi mosso, senza fortuna.
Proviamo ad analizzare i tre ‘casi’ che hanno acceso e spento il mercato azzurro, tentando la via dell’oggettività, senza farci condizionare da simpatie ed/od antipatie
Verdi: Era lui il calciatore che Sarri voleva. Ci piace pensare che il mister, che non ama fare mercato per sua stessa ammissione, abbia esplicitamente fatto richiesta del giocatore avuto ad Empoli. Un’operazione reale, vera, come dimostrano lo scambio di battute tra Donadoni e i tifosi emiliani, su un video apparso su youtube, e ancor più le dichiarazioni dello stesso Verdi il giorno dopo il suo rifiuto.
Insomma il Napoli ha fatto ciò che una società deve fare quando vuole un giocatore: accordarsi con il club che ne detiene il cartellino, offrire un ingaggio importante al professionista. Che Simone Verdi sia stato ad un passo dalla maglia azzurra sembra una verità storica, che poi abbia cambiato idea, rinunciando finanche ad un corposissimo aumento dell’ingaggio, per ragioni che nessuno può conoscere, ma solo immaginare, è un dato di fatto.
Quali sarebbero le colpe societarie? A dire dei soloni, degli esperti di mercato e fantacalcio (il gioco), bisognava dare a Verdi un ultimatum, imporgli una scelta e non inseguirlo. Scommettiamo che se la società avesse avuto un atteggiamento ‘duro’, e l’epilogo fosse stato ovviamente il medesimo, le sarebbero state mosse critiche per non aver dato tempo al calciatore ?!
Svanito Verdi, il Napoli sembra essersi proiettato su Politano, esterno del Sassuolo. In questo caso i racconti si fanno nebulosi, tipici del giornalismo (?) che si occupa di calcio-mercato: offerte, rilanci, Marotta, le relazioni familiari tra il dirigente sabaudo e quello neroverde etc etc… Fatto sta che notizie ufficiali (tipo la conferenza di Verdi), o ufficiose (tipo il video youtube con Donadoni) non ci sono, ma solo chiacchiere. Insomma la verità ci è negata.
Younes: Qui si consuma quella che pare essere un’ effettiva tragicommedia. Acquistato a parametro zero (non ufficialmente) già per luglio, il tedesco dalle origini libanesi sembrava dover anticipare i tempi del suo arrivo, tanto che domenica era al San Paolo per Napoli-Bologna. Improvviso dietro-front e anche il lanciere non rafforzerà la rosa attuale a disposizione di Sarri.
Morale ed epilogo (triste) di questo mercato: Sarri non ha avuto quel giocatore (Verdi, forse Politano) da lui richiesto, dovrà per forza di cose puntare su quelli che sono gli effettivi in organico da luglio, quelli del ‘patto’ per intenderci.
Ma cosa serviva al Napoli e cosa voleva Sarri?
Mai come in questa sessione invernale di mercato, al Napoli non serviva il famoso top-player, difficile se non impossibile da prendere a gennaio (parere più o meno unanime di addetti ai lavori, stampa e tifosi). Al Napoli non occorreva il famoso giocatore che sposta gli equilibri, al Napoli e a Sarri serviva completare la rosa, laddove l’infortunio di Milik e l’impiego nullo di Giaccherini e Ounas (legittima scelta del mister), avevano ed hanno privato gli azzurri di un valido ricambio in attacco, proprio in quel reparto dove si ha avuto spesso abbondanza (Zapata, Gabbiadini).
Insomma serviva un buon giocatore, magari non troppo giovane e non troppo vecchio, magari italiano o che conoscesse la A, e meglio ancora Sarri. Insomma serviva uno che faceva il ‘minimo indispensabile’, lo Zaza del gol decisivo vs di noi, il Borriello del gol vs il Cesena. Con Verdi si sarebbero presi tanti piccioni con una sola fava, con Politano qualche piccione in meno, con Younes nessun volatile (indipendentemente dal loro effettivo valore tecnico).
Ora provando ad essere seriamente razionale(i), provando a non farmi(ci) prendere dalle mie paure senza colore che mi(ci) perseguitano costantemente, mettendo da parte la delusione, la rabbia, la volontà di calunniare ADL e tutti i suoi seguaci, onestamente (io) faccio tutto sommato fatica a incolpare di passività o immobilismo la società.
Spogliamoci per una volta del napoletano fatalismo, liberiamoci dalle angosce e non aspettiamo l’eventuale primo (vero) sorpasso per sparare nuovo fango contro una società che ha tanti difetti (l’uomo ADL è lontano anni-luce dal prototipo umano a me caro, il sodalizio mostra ancora tante pecche e parecchi punti oscuri), ma anche il merito di avere Sarri, Insigne, Mertens, KK, Marek, Callejon, Albiol, Allan, Jorginho, Zielinsky, Ghoulam, Hysaj, Reina, Milik, Maggio, Rog, Diawara, Chiriches, Tonelli, Ounas, mister e calciatori di una compagine prima in classifica, nonostante il potere e la forza savoiarda.
Rimpiangere Giaccherini (a cui reputo andava data maggiore considerazione, ma per fortuna il mister del Napoli è Sarri) e Maksimovic è francamente nauseante.
E se dovesse sopraggiungere il raffreddore ad Insigne (preoccupazione più che legittima di tanti tifosi e giornalisti), giocherà Zielinsky, e se il mercato avesse avuto un esito diverso avrebbe giocato ugualmente il polacco, (forse) Verdi, forse, molto forse Politano, ma non Younes.
Addio mercato invernale, a noi tifosi tutti non resta che legarci e stringerci ancor più attorno ai ‘firmatari del patto’. Nessun alibi, nessuna ansia, nessun piagnisteo, nessun vittimismo…