di Rosario Pesce
Dopo l’ennesimo tentativo non riuscito di dare un Governo politico al Paese, è chiaro che rimane in piedi una sola ipotesi: un Governo del Presidente, come si dice in gergo, che possa contribuire a dare una legge elettorale ed a favorire una transizione verso una nuova fase istituzionale, che non può non iniziare con un ennesimo passaggio elettorale.
È ovvio che un simile esito, seppur prevedibile, non costituisce di per sé una prospettiva certa per la nazione, perché andare al voto a stretto giro di posta è una sconfitta per il nostro sistema democratico, che non è stato in grado di dare un Esecutivo in tempi europei.
È chiaro, inoltre, che i partiti, che hanno contribuito a creare una simile situazione, non potranno non pagare gli esiti di una tale vicenda.
In primis, ci appare molto ambiguo l’atteggiamento del PD, che, pur essendo il secondo partito italiano, non si è voluto assumere l’onere di un Governo con i Cinque Stelle, che avrebbe potuto solo mettere in evidenza la capacità di governare dei democratici e l’incapacità dei Grillini, troppo poco avvezzi con le istituzioni per essere già pronti a dominare i meccanismi parlamentari.
Ma, è pleonastico sottolineare che la guerra fra le correnti del PD non terminerà a breve, per cui, solo dopo la conclusione di una siffatta vicenda, si potrà intuire in quale direzione il Paese potrà andare ed, eventualmente, il respiro temporale di un Governo che nascerà, comunque, fra mille incertezze e tentennamenti.
Ed i Cinque Stelle?
Potranno solo trarre giovamento dall’andare all’opposizione, visto che il loro consenso si alimenterà nel contrasto con un siffatto Esecutivo, come già successe ai tempi del Governo Monti, che favorì l’ascesa del Movimento di Grillo.
E chi guiderà un Governo del Presidente?
Un uomo, certo, delle istituzioni, abituato a navigare fra i flutti della politica e quelli della dirigenza pubblica.
Invero, nessuno immaginava che l’Italia della Terza Repubblica potesse prendere le mosse da un Governo tecnocratico, ma si sa bene che, quando la democrazia è in difficoltà, non può che trarne beneficio chi, nelle istituzioni, naviga con padronanza e grande competenza professionale.