di Alessandro D Orazio
Due attentati, entrambi falliti, contro i presidenti di Etiopia e Zimbabwe sono stati eseguiti nelle scorse ore. Obiettivi degli attacchi sono stati il premier etiope Abiy Ahmed e quello dello Zimbawe Emmerson Mnangagwa. Entrambe le autorità sono tuttavia rimaste illese dai due atti terroristici che potenzialmente avrebbero potuto provocare una carneficina.
Andando con ordine, il primo attacco è stato messo a segno contro il premier Abiy Ahmed ad Addis Abeba, capitale dello Stato etiope, da parte di un uomo che ha tentato di lanciare una granata sul palco dove il presidente aveva appena concluso un comizio. L’attentatore è stato però fermato dalla folla presente. Nonostante questo, l’ordigno esploso in piazza Meskel ha provocato tre morti e centinaia di feriti, sei dei quali in gravissime condizioni. La maggior parte dei feriti è rimasta travolta nella calca provocata dal panico della folla. Nel frattempo, le forze dell’ordine etiopi hanno iniziato a far luce sull’accaduto, sebbene l’attacco non sia stato ancora rivendicato da nessuna fazione.
Secondo gli esperti potrebbe essere collegato al tentativo di riconciliazione che il premier Ahmed sta portando avanti da tempo nei confronti della confinante Eritrea, dando attuazione all’Accordo di Algeri con cui si era conclusa la guerra del 1998-2000 tra i due Stati. Un altro motivo potrebbe, invece, essere legato ad una eventuale ritorsione etnica. Il premier etiope, infatti, appartiene all’etnia Oromo, la quale rappresenta la parte maggioritaria nel Paese, ma anche quella più marginalizzata. Una ritorsione giunta quindi a seguito delle numerose e passate proteste contro il predecessore, Hailè Mariam Desalegn, della potente ma minoritaria etnia tigrina, arrivato al potere dopo la misteriosa morte del presidente Meles Zenawi, tigrino anche lui.
Quanto al secondo attentato invece, eseguito contro il presidente Mnangagwa in Zimbabwe, rimangono forti interrogativi sulle possibili motivazioni che abbiano portato al compimento del gesto. All’interno dello stadio della città di Bulawayo, una bomba è esplosa mentre era in corso una manifestazione elettorale alla presenza del presidente Emmerson Mnangagwa, il quale dallo scorso novembre guida il Paese africano dopo la deposizione di Mugabe. L’ordigno è esploso lasciando illeso il leader. Anche in questo caso sono in corso le indagini.