di Alessandro D’Orazio
Ennesimo allarme climatico, messo in luce dagli scienziati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), i quali hanno evidenziato un anomalo surriscaldamento globale. Secondo quanto emerso da una riunione tenutasi a Incheon, in Corea del Sud, è stato previsto un incremento della temperatura di 2 gradi nei prossimi 30 anni.
Surriscaldamento che dovrà essere limitato a 1,5 gradi, secondo il parere degli esperti, al fine di evitare conseguenze catastrofiche. Oltre all’aumento delle zone colpite da siccità, si rischia la scomparsa del corallo dai mari, elemento di fondamentale importanza per l’ecosistema marino. Inoltre lo scioglimento dei ghiacci potrebbe far salire il livello del mare di oltre 10 centimetri, provocando così allagamenti su milioni di chilometri quadrati di coste.
Anzichè limitare il surriscaldamento globale, l’attuale situazione climatica è invece completamente differente: si punta verso il 3%. Invertire la tendenza sarà estremamente arduo, ma la finestra di opportunità non è del tutto chiusa. Il rapporto stilato dagli esperti dice, infatti, che limitare il “riscaldamento globale a 1,5 gradi richiede cambiamenti rapidi, completi e senza precedenti in tutti gli aspetti della società”, dall’energia alla pianificazione urbana e del territorio, con tagli alle emissioni in tutti i settori.
La relazione presentata in Corea del Sud illustra i modi per limitare il surriscaldamento, avvertendo che gli effetti sugli ecosistemi saranno meno dannosi, quanto grande sarà l’impegno nel mantenimento degli obiettivi prefissati.
Ad elevare la temperatura media globale di circa 1 grado rispetto agli anni antecedenti la Rivoluzione Industriale e a trasformare la vita sul pianeta, hanno già di gran lunga contribuito le emissioni di gas inquinanti di origine umana, ha ricordato il presidente dell’IPCC, Hoesung Lee: “Mantenere il riscaldamento globale a un livello inferiore a 1,5 gradi invece di 2 sarà molto difficile, ma non impossibile”. Se il pianeta non riuscisse in tale compito, oltre ad un aumento del caldo estremo, di piogge torrenziali e di siccità, si avrà un effetto diretto anche sulla produzione alimentare, soprattutto in zone sensibili come l’America Latina e il Mediterraneo. In considerazione di quanto detto, sarà compito dei governi – dicono gli esperti – adottare “misure senza precedenti” e trasformazioni “rapide” al fine di scongiurare possibili calamità.