Suave y bajito, incontriamo Giovanni Canestrelli

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di Maura Messina

Rubrica #Leggitavillo

 

Per la rubrica #Leggitavillo, oggi intervistiamo Giovanni Canestrelli, autore di “Suave y bajito”. Il libro racconta di un personaggio complesso, Antonio De Vita, duro e profondamente umano.

 

Raccontaci di questo personaggio.

È diventato sacerdote per caso, durante un viaggio in Africa, quando ha deciso di dedicare la sua vita a difendere i bambini, vittime inermi degli orrori delle guerre tribali. Quando non ha retto più alla quotidianità del male è tornato a Napoli e si è rintanato in una parrocchia del Vomero a galleggiare sulle vite degli altri. Poi, all’improvviso, la richiesta di aiuto di una famiglia piombata all’improvviso nella disperazione lo spinge a ricominciare a lottare, a vivere a fare quello che meglio gli riesce: combattere senza risparmiarsi per contrastare il male, in qualsiasi forma si manifesti.

Come possiamo riassumere la figura di Antonio De Vita?

Antonio De Vita è un sacerdote bruciato dagli orrori vissuti in Africa, stanco e privo di motivazioni, parroco di una parrocchia vomerese, vede la vita scorrergli accanto.

Raccontaci di te

Sono nato a Milano, ma ho sempre vissuto a Napoli. Sposato con Gabriella, ho due figlie e quattro nipoti. Laurea in Giurisprudenza e quarant’anni di servizio nella P.A. L’ultimo incarico è stato quello di direttore della Scuola regionale di Polizia locale.

Qual è la tua più grande passione?

Leggere, leggere, leggere e molto spesso rileggere. Sono migliaia i personaggi e le storie che, nel corso di tanti anni, mi hanno fatto compagnia, aprendomi nuovi orizzonti, spingendomi a riflettere, a considerare diversi modi di interpretare i fatti e i misfatti che la vita ci fa incontrare ogni giorno. Poi la vela, libertà sul mare, senza rumori e senza stress.

Che rapporto hai con la scrittura?

Mi è sempre piaciuto scrivere: il tema in classe, al liceo, era il mio cavallo di battaglia scolastico, l’unico mio punto fermo, mentre tutti gli altri erano un po’ traballanti. Ho scritto migliaia di atti burocratici in tanti anni di lavoro e, con il pensionamento, mi è venuta voglia di mettermi alla prova, per vedere se riuscivo a far nascere qualche storia che potesse suscitare interesse nei lettori.

Torniamo al libro, ti sfido ad invitare i lettori a sceglierlo

L’offerta editoriale attuale è enorme e anche il lettore più esperto e smaliziato, entrando in libreria, può provare un attimo di disorientamento davanti a centinaia di titoli e copertine accattivanti che invitano all’acquisto dagli scaffali e dalle vetrine. “SUAVE Y BAJITO” è un romanzo semplice, destinato sia ai giallisti sia a tutti quei lettori che amano storie senza fronzoli, senza parole inutili ma ricche di contenuti e di vicende che mettono al primo posto la vita, quella vera, quella vissuta ora per ora, con passione e con dolore.

Suave y bajito è il tuo romanzo numero?

Questo è il mio secondo romanzo, edito da Apeiron, dopo “Una casa in Costiera”, edito da Tullio Pironti. Parlare di messaggi mi sembra forse eccessivo, perché non mi sento depositario di particolari verità. Attraverso i miei personaggi cerco solo di comunicare con il lettore, di offrire qualche spunto di riflessione cercando di farlo entrare nella vicenda, portandolo con me nelle strade e nei luoghi dove si sviluppa la trama, rendendolo partecipe delle sensazioni e delle passioni che determinano i comportamenti e le decisioni che vengono prese dagli attori che si muovono sullo schermo della fantasia.

Anticipaci la trama

 

L’omicidio imprevedibile e brutale di uno stimato avvocato getta la sua famiglia nella disperazione: i figli e la moglie chiedono consiglio al parroco della loro parrocchia e Antonio De Vita sfrutta questa occasione per rimettersi in gioco, tornando a combattere come per tanti anni a fatto in Congo. Giovanna Gambardella, Procuratore incaricato delle indagini, cerca di tenere a bada l’attrazione per quest’uomo cui l’abito talare sta ormai troppo stretto, tanto da essere sospeso a divinis dalla Curia. Antonio, con l’aiuto dei figli della vittima, scava nel suo passato e grazie alle sue intuizioni, riesce a portare alla luce una storia di ricatti e minacce che metteranno in pericolo anche la sua vita. “Suave y Bajito” gli consiglia il suo collaboratore sudamericano, “muoviti piano”, ma Antonio è ormai troppo dentro la vicenda per fare un passo indietro. Ma poi, vuole davvero farlo?

Godiamoci un estratto, scelto per noi dallautore:

 

…. La gioia e il dolore, la felicità e la sofferenza appartengono sempre agli altri: sono sentimenti che conosco benissimo, un tempo mi scorrevano nelle vene, erano pane quotidiano, ma ora li vedo apparire e svanire dai volti sempre nuovi che si presentano al mio cospetto, vedo gli occhi inondarsi di lacrime o brillare di contentezza ed io sono sempre pronto. Una frase giusta per ogni circostanza, parole appropriate, che suonano vere, che forse fanno anche bene a chi le ascolta, ma che a me lasciano un enorme vuoto dentro.

Solo e sempre spettatore.

Ogni sera, insieme alla mia tonaca, appendo alla porta pure la mia vita.

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.