Non sembra trovare una via d’uscita la vicenda della TESS- Costa del Vesuvio- agenzia di sviluppo partecipata dalla Regione Campania- che, a più riprese, vi abbiamo raccontato il mese scorso.
La società, lo ricordiamo, è in liquidazione dal 2012 e dal Marzo 2013 è scattata la cassa in deroga per i 28 dipendenti. Nei mesi scorsi però, per una serie di cavilli burocratici, il commissario liquidatore della società si era rifiutato di inviare i tabulati relativi alle ore di lavoro dei dipendenti all’INPS, creando così una situazione di stallo ed un rimbalzo di responsabilità con la Regione. Agli inizi di agosto, dopo lo sciopero della fame di alcuni dei lavoratori TESS e dopo numerosi incontri e tavoli di concertazione, la situazione sembrava essersi sbloccata. Catenacci aveva chiesto ed ottenuto dalla Regione tutte le garanzie richieste relative agli oneri contributi, il decreto c’era (e continua ad esserci), le coperture pure. E invece…ad oggi, Catenacci continua a rifiutarsi di autorizzare il pagamento della cassa integrazione. Punto e capo, insomma. Tutto fermo. Le tanto decantate promesse sono svanite in un nonnulla. Un comportamento a dir poco paradossale e, di certo, inspiegabile.
Qualche giorno fa i dipendenti TESS – da noi più volte contattati- hanno diffuso un comunicato stampa in cui chiedevano l’intervento dei sindacati:
“Non è tollerabile che il Liquidatore della Tess, nominato dalla stessa Giunta regionale, si ritenga in diritto di non rispondere a nessuno del suo operato. O chi governa la Regione è capace di far rispettare accordi sottoscritti da tutti, o si rimuova il Liquidatore senza ulteriore indugio per porre fine a questo indecente gioco a rimpiattino sulla pelle dei lavoratori.
Chiediamo inoltre un intervento deciso dei segretari generali dei sindacati, che l’8 agosto ci hanno chiesto di terminare lo sciopero della fame, facendosi garanti nei nostri confronti di un accordo che non è stato rispettato e che il Liquidatore considera carta straccia”.
E la voce, lapidaria e molto chiara, dei segretari regionali di CGIL, CISL, UIL, non ha tardato a farsi sentire:
“Cgil Cisl e Uil della Campania, chiedono ad horas l’intervento del Presidente Caldoro per chiudere definitivamente la vertenza delle società partecipate e dei suoi lavoratori, a partire dalla Tess. Il Commissario Catenacci ha avuto dalla Regione assicurazioni su come procedere.
Siamo stanchi di supplire ai tecnici lautamente retribuiti dalla Regione, chiamati a trovare soluzioni e non a dilatare i tempi per assicurarsi propri compensi e postazioni. Caldoro nomini un nuovo Commissario e voltiamo pagina definitivamente”.
Due le questioni aperte, ora, e che chiedono soluzioni non più procrastinabili: lo sblocco della cassa e la riallocazione dei dipendenti nella nuova partecipata “Sviluppo Campania”. Per quanto riguarda la prima questione si attende che la Regione faccia pressione su Catenacci o, come hanno chiesto i sindacati, provvede ad una nuova nomina. Voci di corridoio (non confermate in maniera ufficiale) fanno sapere che l’argomento potrebbe essere tra i punti all’Odg della Giunta regionale di lunedi prossimo. Per la questione della riallocazione, invece, si attende un incontro con il management di Sviluppo Campania per lo sblocco urgente delle chiamate dei lavoratori (cosi come previsto dalla L. 15/2013). A Sviluppo Campania, ci spiega Peppe, un lavoratore Tess, le commesse ci sono (e sembrano essere anche tante), e allora, perché la situazione di stallo persiste? Perché i dipendenti continuano a non essere chiamati a lavoro?
Una situazione che ha davvero dell’incredibile e che lascia tutti con l’amaro in bocca e soprattutto con una grande consapevolezza: qui è in gioco non soltanto il futuro di tanti uomini e donne che rivendicano i propri diritti, ma soprattutto la credibilità di tanti (troppi) che si sono riempiti la bocca di belle parole ma non riescono ad essere concreti nei fatti. Ed è meglio fermarci qui.