di Angela Cascella
Dobbiamo fermare questa caduta libera dei giovani verso il ‘tanto non succede nulla’ ed invece, poi, purtroppo succede tutto. La tragedia che ha coinvolto dei minorenni andati in una discoteca a sentire un Trapper (Corinaldo Ancona- Discoteca Lanterna Azzurra- 7 dicembre 2018) e che invece hanno incontrato la morte, dovrebbe dare modo ai giovani di riflettere un po’.
Se è vero che la caducità della vita dovrebbe farcela vivere appieno; se è vero che per fatalità la morte può incombere in qualunque situazione ed in qualunque momento; se è vero che bisogna essere sempre ottimisti per vivere la vita con la leggerezza che si conviene, senza mai scadere nel superficiale e nel banale; è anche vero che non si può non fare appello alla ragione, alla prudenza ed al buon senso quando ci si accinge a fare qualcosa.
Cosa costa pensare se la situazione che si vive rispetta i criteri di sicurezza e di tranquillità? Non si tratta di essere dei soggetti da scherno, o degli ‘sfigati’ figli di papà ( per usare termini del nostro tempo); si tratta piuttosto di tutelare la propria e l’altrui vita. Questo perché non c’è chi dovrebbe impedire illeciti e dovrebbe, invece, tutelare la società civile.
Occorre insegnare ai giovani ed ai giovanissimi che devono imparare a tutelarsi e mettersi in sicurezza da soli. Se c’è una situazione non chiara o presunta pericolosa, occorre sondare e sottrarsi a certe situazioni limite. Ben diverso è se i giovani non si rendono conto. Se non vedono e non capiscono il pericolo, né l’illiceità e la mancanza di tutela, allora abbiamo fallito, tutti.
Abbiamo prodotto una generazione di storditi, che amano stordirsi, che si alienano dalla loro persona e dal loro mondo senza pensare alle conseguenze. Perché si può e si deve ballare, cantare, esultare per un Dj, un Rapper, o un Trapper senza rischi, senza estreme conseguenze, senza che dei genitori piangano la morte dei propri figli ed anche una figlia la morte della propria mamma, che l’aveva amorevolmente accompagnata a divertirsi.