Sono anni che si propinano ai docenti cambiamenti continui nella didattica, nella organizzazione e nella prassi del fare scuola. Niente è come l’anno scolastico precedente. Ogni anno vengono introdotte novità e apportati cambiamenti. Qualunque Riforma Scolastica l’anno dopo non è più valida.
Una fame di riformismo che destabilizza la scuola e chi ci lavora. Nel frattempo migliaia di docenti si sono formati secondo quella legge o quella riforma, che nei fatti viene smentita e soppiantata nel giro di qualche mese. Impalcature solide di una riforma si sgretolano con un battito di mani di un nuovo governo o con una nuova idea. I docenti avvertono la quotidiana sensazione di una sedia che vacilla sotto il sedere.
Chi siede dietro una cattedra sa bene che ciò che più conta è la certezza di un percorso che sia perfezionabile e perfezionato, ma non modificato totalmente o annullato. Il fare scuola vuole, esige che quando si è messo in atto un qualcosa , per fargli prendere forza, occorre solo allenamento, rinforzo e perseveranza. La percezione di chi è Docente è quella di navigare in tempesta: non si sa dove andare perché l’obiettivo lo cambiano di mese in mese; ci si ripara dal vento e dai turbinii del “dobbiamo fare questo e fare quello” (Rav/ piano di Miglioramento/Ptof) entro tempi ridottissimi; si annega poi nelle carte, nei burocratismi e nei ‘per legge, entro il’ .
Che tortura è mai questa? Che scuola si vuole costruire se mentre si costruisce si sfascia nuovamente? La scuola, i docenti hanno bisogno di certezze, sicurezze, tempi lunghi per portare a regime progetti, idee e situazioni. Ora si propina un nuovo modo di svolgere l’esame di stato. Scelta di una busta con quesiti preimpostati. Le tradizionali e validissime Prove d’esame volte al ragionamento, alla costruzione del pensiero critico, alla formulazione e costruzione del pensiero e della frase, sono state fatte sprofondare nella triste esecutorietà del quiz a risposta multipla .
Sorteggio di domande pre-impostate che ledono l’ esperienza, la creatività, la professionalità e la competenza dei docenti ; ed eccoli ad adeguarsi nuovamente i docenti, con tempi stringati, richieste imprecise. Un nuovo teatro della burocrazia scolastica con in scena la davvero indecente frustrazione di repentini cambiamenti.