di Alessandro D’Orazio
Rivestire il ruolo di responsabile della ricerca sugli investimenti presso Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo con un patrimonio stimato di 160 miliardi di dollari, è sicuramente un traguardo ambito. Ma lo è ancor di più se a farlo è una giovane trentenne. All sue dipendenze un team di 150 persone che svolgono operazioni che l’economista Paul Volcker ha descritto come “statistiche e analisi più rilevanti di quelle della Federal Reserve”.
La vedono girare spesso con un foglietto un pó bizzarro, il quale a suo dire rappresenterebbe l’unico pezzo di carta che ha sempre con sè, un elenco di progetti; elementi che vanno dall’impatto globale sui mercati emergenti al calcolo di alcune stime sull’inflazione.
Diventata director nel 2017 all’età di appena 31 anni, quella promozione l’ha resa una delle poche donne a conoscere i passaggi più segreti del processo di investimento di Bridgewater. A dire di Ray Dalio, fondatore miliardario dell’azienda: “Karen ha una forte curiosità, impegno per la missione e capacità. È come una spugna nell’apprendimento”.
Figlia di due professori, è nata in Israele e ha trascorso molto tempo nella città di Netanya. Ha studiato poi affari internazionali e pubblici nella scuola di Princeton, dove ha scoperto il lato più intrigante del mondo monetario grazie al suo senior advisor Daniel Kahneman, psicologo israeliano-americano e premio Nobel per il suo lavoro sull’economia comportamentale.
In modo rapido si è fatta strada all’interno della società per cui ancora oggi lavora, risultando la mente pulsante dei mercati finanziari globali. “Quello che la rende così speciale è che le sue motivazioni sono pure, e si preoccupa per gli altri e per l’azienda”, ha dichiarato chi l’ha conosciuta. Una persona decisa nel suo incedere dunque, che grazie ad una sana ambizione – fatta di scelte responsabilmente avvedute – ha costruito il meritato successo. E che la sua storia sia ancora all’inizio ne sono sicuri in molti.