di Alessandro D’Orazio
Nato il 23 gennaio 1719, il Principato del Liechtenstein ha da poco festeggiato i suoi primi trecento anni di storia. Attualmente si tratta dello Stato con il più alto reddito pro capite al mondo; il solo principe può vantare un patrimonio personale di oltre 4 miliardi di dollari.
La sua esiguità territoriale (160 chilometri quadrati) e demografica (circa 38mila abitanti) rendono il principato uno dei luoghi più affascinanti del pianeta. Gli italiani presenti sono circa il 3,5% della popolazione, oltre a registrarsi nel Paese la maggiore concentrazione di avvocati europei con una media nazionale di 6 professionisti ogni 1000 abitanti.
Da un punto di vista amministrativo il Liechtenstein è una monarchia costituzionale, guidata dal principe Giovanni Adamo II. Il Parlamento del principato, il Landtag, è composto da 25 rappresentanti, eletti dal popolo; e cosa a dir poco curiosa, con un recente referendum è stato accordato un notevole aumento di poteri al principe (nomina dei giudici, possibilità di veto contro qualunque legge, possibilità in casi particolari di nominare personalmente un governo).
All’apparenza, dunque, il Liechtenstein potrebbe sembrare una monarchia rigida e con una popolazione totalmente sottomessa al volere del princeps. In realtà, il piccolo Stato pare aver edificato un modello di democrazia diretta, ove ogni disaccordo tra la casa regnante e il Parlamento trovi risoluzione con un voto popolare.
Bastano, infatti, solo mille firme per dare il via a un referendum nazionale, oppure 1500 per una proposta di modifica della costituzione. Va detto comunque che il principe può porre il veto su ogni referendum, a meno che si tratti di quelli volti a far dimettere il regnante, l’intera casa reale o ad abolire la monarchia.
Nonostante questo, le 11 municipalità di cui si compone il Paese hanno ottenuto nel corso del tempo un notevole grado di autonomia, potendo oggi approvare molte delle proprie leggi. Ciascuno di questi villaggi vanta un sistema di democrazia diretta con referendum che di solito richiedono, per l’avvio, un numero di firme pari al 5% degli elettori locali. Inoltre, dopo la riforma costituzionale del 2003, i villaggi hanno persino ottenuto il diritto di secedere, arrivando alla impensabile possibilità dell’indipendenza di realtà minuscole (es. il piccolo Planken con i suoi 280 votanti!).
Alla luce di ciò si comprende, dunque, quanto rivoluzionario sia il modello di Stato proposto da Giovanni Adamo II, al cui confronto le più avanzate partitocrazie europee risultano vere e proprie “tirannidi”. Le considerazioni sinora rappresentate trovano ovviamente fondamento in relazione alla esiguità territoriale del Liechtenstein, il quale solo nella veste di moderna e circoscritta polis è in grado di reggere il confronto dialettico condotto.
Con altri numeri ed utilizzando differenti parametri di valutazione di certo il giudizio “politico” muterebbe, rimanendo comunque in piedi l’edificio “giuridico-amministrativo” esplicato.