di Andrea Carpentieri
a) Domenica la telecronaca di Sky ha sottolineato quanto bello fosse stato il goal di Milik: ci mancherebbe, hanno fatto la metà del proprio dovere ma la mia riflessione è un’altra.
Se un tiro, tutto sommato fortunato, messo all’incrocio da venticinque metri contro l’Empoli meritò fiumi di parole, con tanto di immagine a grandezza T-Rex della scarpa rosa di Cristiano Ronaldo, la giocata spaziale di Arek, venti volte più bella e difficile, cercata, voluta, e per giunta realizzata contro la Roma, cosa avrebbe meritato in termini di risonanza mediatica?
Il punto non è che uno pensi a loro, farei lo stesso discorso se le pagliacciate televisive avessero per protagonista Icardi, Dzeko o Piatek: il punto è che Milik è un azzurro, ha sofferto come un cane, sta facendo cose impressionanti, e io mi incazzo, altro che storie, se vedo che i media non lo esaltano quando mi tocca constatare che si celebrano altri pure per uno starnuto.
b) Mai amato Adl, mai, ma come fai a non riconoscere che con F. Ruiz ha preso un campione di livello assoluto, potenzialmente un fenomeno da squadra di primissima fascia? Si tratta di un centrocampista immenso, che sa sempre cose fare e dove stare, che pensa il calcio e le giocate con uno o due secondi di anticipo rispetto agli altri, che non perde palla neppure se gli sparano.
c) Verdi, Younes, Meret, Ruiz: quest’anno gli innesti avranno tardato a mostrare il proprio valore, chi per un motivo chi per un altro, ma sono ragazzi veramente forti, ed hanno potenziato notevolmente la rosa nei rispettivi ruoli e settori (la cosa apre una ferita nella parte di cuore che è ancora sarrista, ma prevale l’azzurro, e quindi meglio ora che mai)
d) Se si riesce a crescere di qualità anche sugli esterni bassi, magari infoltendo il numero – sempre restando su alti livelli – pure a metà campo, e si fa tutto ciò senza alcun depauperamento tecnico dell’esistente, il prossimo anno Ancelotti potrebbe trovarsi fra le mani il Napoli più forte e più completo di sempre (quello di D10S non fa testo perché qua parliamo di umani).
e) La stagione andrà valutata alla fine, e lo si farà in base ai risultati: a stringere a stringere (perché in tutte le cose della vita è più o meno così che si arriva al succo), bisogna capire quanta strada faremo in EL. Posto questo, però, una considerazione sul campionato pure va fatta, e la faccio io che sono stato critico nei confronti di una situazione che oggi dice -15.
Se rovesciamo i risultati degli scontri diretti, il divario è di soli tre punti: Juve forte, fortissima, stellare, come dicono tutti, ma l’arco del “campionato con gli altri” ad oggi recita -3, il che significa che il fossato la Juve lo ha scavato nei due scontri face to face.
Ora, chi se la sente, in tutta onestà, di dare addosso ai ragazzi azzurri per aver perso gli scontri diretti contro i bianconeri? Era, è e sarà ancora a lungo nell’ordine delle cose che loro ci portino via sei punti su sei, purtroppo. Per il resto, gli uomini di Ancelotti stanno ampiamente facendo tutto, ma proprio tutto quello che dovevano e potevano fare.
IMHO, as usual.