di Gemma Delle Cave
In Belgio, quella tra il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, la chiamano la “settimana santa”, a dimostrazione dell’importanza che il ciclismo assume in quei luoghi epici, dove moltissimi campioni hanno costruito la storia di questo sport. Ieri, domenica 7 Aprile, si è disputata la classica definita “università del ciclismo”, quella che per comprenderla bisogna correrla almeno una volta nella vita: il Giro delle Fiandre.
Il percorso ha ricalcato perfettamente i luoghi classici che contraddistinguono questa competizione, su una lunghezza di 267 km da Anversa ad Oudeenarde. Sono stati affrontati i mitici muri in pavè del Kapelmuur, dell’Oude Kwaremont e del Paterberg insieme a numerosi altri, in una cornice straordinaria di pubblico, che come ogni anno si riversa sulle stradine del Belgio fiammingo.
La gara è stata caratterizzata da una fuga da lontano ripresa a poco meno di 90 km dal traguardo, fino a che la corsa si è infiammata dapprima con un tentativo di numerosi favoriti come Sagan, Van Aert, Van der Poel, Valverde ed altri e successivamente con attacchi ripetuti che hanno scremato il plotone di atleti, fino a circa una ventina di corridori ai piedi dell’ultimo passaggio sull’Oude Kwaremont. Su questa asperità ad attaccare è stato Alberto Bettiol, giovane corridore italiano in forza alla squadra EF-Drapack, che è riuscito prontamente a guadagnare 25 secondi sugli avversari, tra cui i più attivi sono stati il campione olimpico Greg Van Avermaet e l’olandese Van der Poel. Dopodiché è stato affrontato il Paterberg, l’ultimo muro di giornata, a 14 km dal traguardo, in cui gli inseguitori hanno cercato di recuperare Bettiol, senza grossi risultati.
I chilometri finali sono stati una lunga cavalcata solitaria del corridore italiano che è riuscito a concludere a braccia alzate il suo tentativo, vincendo tra l’altro la sua prima competizione tra i professionisti del pedale, interrompendo il digiuno italiano in questa importantissima classica, che ormai durava dal 2007, anno in cui ad imporsi fu Alessandro Ballan. Tra gli inseguitori, ridottisi ad un numero di 17, in seconda posizione si è classificato il danese Andersen, grazie un’azione nel finale con cui è riuscito ad anticipare la volata, mentre in terza posizione è arrivato il norvegese Alexander Kristoff, a completare il podio in una giornata gloriosa per il ciclismo italiano.