di Marco Muffato
Seconda squadra a Napoli? Attenti a giocare col fuoco perché qualcuno potrebbe prendere in parola quel buontempone di Freddy Rincon che, dalle pagine web e social de il Napolista (https://www.ilnapolista.it/2019/04/de-laurentiis-napoli-al-collana/?fbclid=IwAR0MqObj2ELMW9n2abv-p-XIGRUbJ4cvHJpchBJqYixO97NEFFE6APNkxOw), invita i contestatori di Aurelio De Laurentiis a trovarsi un imprenditore e a fondare il Napoli doc. Se l’invito fosse colto infatti il primo a pagarne le conseguenze sarebbe proprio il presidente con il valore di avviamento del suo investimento che potrebbe anche drasticamente ridursi. Quanto vale oggi il Napoli? Difficile quantificare la potenza del brand e tutto il resto (la gestione sportiva, perché di strutture proprietarie non c’è ombra) ma rumor ipotizzano che l’acquisto del Napoli potrebbe essere concluso con una offerta a quota 500-550 milioni di euro (una cifra monstre che Aurelio peraltro potrebbe valutare non sufficiente).
E di fronte a queste cifre per rilevare il Napoli qualcuno anche spudoratamente ricco potrebbe fare un ragionamento diverso: sai che c’è di nuovo caro Aurelio? Io quei soldi non te li do. Visto che in dodici anni non hai affrontato la grana dello stadio di proprietà e mi passeresti il cerino acceso della sua assenza con il rischio di bruciarmi, visto che di centri sportivi proprietari non ne possiedi, visto che il settore giovanile andrebbe rifondato, beh quei quattrini io li utilizzerò per fare quello che tu non sei mai sognato di realizzare visto che hai puntato (con esiti eccellenti nei risultati sportivi e nel business, va detto) sul solo binomio diritti televisivi e plusvalenze da campagna acquisti per fare quadrare i conti.
Un ragionamento che non farebbe una grinza: rilevare il titolo sportivo di una società di categoria inferiore e poi perfezionare il sogno a cui si avvicinò l’Internapoli di Luis Vinicio, Giorgio Chinaglia e Pino Wilson a fine degli anni ’60 del secolo scorso, sfiorando la serie B. Una seconda squadra napoletana che potrebbe anche mirare al bersaglio grosso delle simpatie cittadine, altro che Collana (in cui Freddy Rincon vuole invece confinare il Napoli De Laurentiis e gli aficionados del presidente, nella consapevolezza di essere minoranza a torto o a ragione).
Non ce la potrebbe mai fare, dite? Potrebbe farcela invece a patto di sfruttare a proprio vantaggio le debolezze della gestione di Aurelio De Laurentiis così come si sono manifestate in questi dodici anni e trasformarle in punti di forza della propria gestione di seconda squadra napoletana. In pratica il mister X, presidente della seconda squadra cittadina dovrebbe puntare a:
- un eccellente rapporto con il Sindaco e assessori del Comune di Napoli, finalizzato a far utilizzare il San Paolo anche alla seconda squadra (sai Aurelio cosa si farebbe uscire…).
- Dialogo con il mondo ultrà in guerra con Adl.
- Acquistare il Centro Sportivo di Soccavo dei tempi maradoniani e fissare la sede societaria a Napoli città (atti simbolici che sarebbero manifesto di una controtendenza in rapporto alle scelte compiute dal Napoli post fallimento di lasciare la città per la tranquillità fuorimano di Castelvolturno).
- Non perdere occasione per elogiare pubblicamente la città di Napoli e i napoletani (a maggior ragione se il presidente fosse straniero, per rimarcare la differenza con le frequenti sferzate aureliane dirette alla città).
- Coinvolgere nel management ex giocatori del Napoli pre-Adl.
- Effettuare un lavoro di scouting senza precedenti sui migliori talenti in erba di Napoli e provincia e di tutta la Campania, magari anche con campagne pubblicitarie ad hoc che creino attenzione e consenso sul territorio.
- Promettere quello che si è in grado di mantenere, impegnarsi però al contempo nel miglioramento continuo.
Questa strategia “territoriale” sarebbe in grado di catturare molte simpatie. Sarebbe un buon punto di partenza per una ipotetica seconda squadra napoletana e darebbe fastidio al Napoli. Avrebbe anche il pregio indiretto di far riflettere il presidente del Napoli e a consentirgli di correggere il tiro migliorando il rapporto con l’ambiente.
Detto questo, in tutta sincerità quello della seconda squadra è un puro esercizio teorico, nato da una provocazione, che però andava fatto. Di fronte a un ulteriore incancrenirsi (già oggi siamo oltre la soglia di guardia) dei rapporti tra presidente, sostenitori personali del presidente oltre che del Napoli e tifoseria azzurra “contro” però nulla si può escludere. Più probabile, in questo malaugurato caso, che Aurelio De Laurentiis decida per sfinimento di vendere. E la nuova proprietà del Napoli? Dovrà faticare non poco per riportare pace e unità in un ambiente, storicamente sempre compatto nell’amore per i colori azzurri, che ha purtroppo sperimentato il germe della divisione.