di Angela Cascella
Il grembiule non è un indumento qualunque. Ha accompagnato la scolarizzazione e l’istruzione di molte generazioni di studenti. Rimasto come buona prassi alla scuola dell’infanzia ed alla primaria( perché le scuole autonome possono liberamente scegliere se e come adottarlo), scompare dalla secondaria di primo grado.
La scuola da allora non è più solo alfabetizzazione, scolarizzazione e istruzione. Si amplia verso nuovi orizzonti : conoscenze, abilità, competenze e attitudini solcando i percorsi di crescita dei giovani con l’istruzione, l’educazione e la formazione in chiave Life long learning. L’inclusività surclassa l’integrazione; la ‘cittadinanza attiva’ lascia dietro di se la convivenza democratica; le competenze chiave superano a passo lungo l’idea di ‘cervello contenitore’ .
Il grembiule è stato appeso al chiodo perché omologava, toglieva identità, in fasce di età nelle quali non è necessario proteggere gli indumenti per attività grafico pittoriche volte all’affinamento delle abilità oculo-manuali. Il grembiule appiattisce, rende tutti uguali. Il ministro Salvini adduce la scelta al divario che crea l’estetica, l’apparire : un gap tra chi mostra una felpa di gran valore e chi indossa una maglietta comprata dai cinesi. A scuola non va fatto, non va fatta mostra di indumenti e accessori costosi, asserisce il Ministro.
E fuori dalla scuola? Il mondo moderno è fatto di eccessi, di stereotipi della apparenza e divari economici, culturali e sociali. E la scuola che fa? Appiattisce? Copre le differenze con il grembiule? Il problema è proprio questo. Fino a quando nascondiamo le cose e non le affrontiamo non saremo in grado di capire: capire il valore della differenza, di accettare l’altro da se, di capire che per essere giusti è importante essere differenti gli uni dagli altri ognuno coi propri disagi, con le proprie caratteristiche, con le proprie difficoltà, coi propri indumenti.
La scuola di oggi deve essere inclusiva . Affrontare con coscienza e riflessione le diversità; far capire che la vita è fatta di una pluralità di cose -alcune belle e altre meno; indurre alla valutazione di se e degli altri e affrontare la crescita interiore sperimentando il confronto costruttivo e la sana competizione. Significa fare a scuola “inclusività” e Includere significa prendere coscienza delle pluralità, capirle, sentirle, valorizzarle, anche criticarle (perché la critica è riflessione e analisi) ma non disprezzarle e tanto meno ‘coprirle’ con un grembiule.