di Gemma Delle Cave
Situata presso il complesso di Sant’Angelo a Nilo, la Biblioteca Brancacciana di Napoli, chiusa dal 2009 a causa di problemi strutturali ed infiltrazioni d’acqua, entro la fine del 2020 vedrà finalmente la riapertura dopo anni di abbandono e vicissitudini legate alla burocrazia, alle normative sulla sicurezza e alla mancanza di fondi.
Dal ministero dei Beni Culturali sono stati stanziati 450 mila euro per l’adeguamento della struttura alle vigenti norme sulla sicurezza, da spendere assolutamente entro 2 anni. Il direttore della Biblioteca ha dichiarato di tenere particolarmente a ridare alla città la sua biblioteca pubblica e far sì che sia un punto di ritrovo in stile tutto americano per studenti, intellettuali e chiunque fosse appassionato di cultura, con tante iniziative come mostre e salotti letterari. Inoltre, non è da sottovalutare un incremento dell’economia della zona, che da quando ha visto la chiusura di un luogo di aggregazione così importante ha vissuto molte perdite di clienti da parte degli esercenti.
Forse per molti risulta essere un angolo sconosciuto di Napoli, tuttavia è una parte della nostra città densa di storia. Innanzitutto, è situata in piazzetta Nilo ed è stata la prima biblioteca pubblica aperta a Napoli nel 1691. Fu voluta dal cardinale Francesco Maria Brancaccio, il quale possedeva una raccolta di 20 mila volumi, messi totalmente a disposizione del pubblico con l’istituzione di questa biblioteca. Alla sua morte, subentrarono i nipoti per la fine dei lavori di allestimento, che arricchirono di altri 35 mila volumi la biblioteca, sistemando l’immenso sapere in un palazzo accanto alla Chiesa e all’Ospedale di Sant’Angelo a Nilo.
Nel corso degli anni, il numero di volumi e manoscritti andava via via crescendo, specialmente grazie alle offerte e ai doni di molti personaggi importanti, come il duca Cassano Serra e il medico Domenico Cotugno, nonché molti libri provenienti dalla soppressione di ordini religiosi. Inoltre, la Brancacciana riuscì ad ottenere dal re Carlo VI d’Austria il diritto di ricevere una copia di tutto ciò che si stampava nella città. Durante il suo esercizio per il popolo, la biblioteca ha visto molte volte la chiusura e la decadenza, a causa del maggiore interesse dato dai Borboni alla Biblioteca Nazionale e a quella Universitaria, alle quali la Brancacciana fu annessa, in quanto difficilmente sostenibile economicamente come ente autonomo.
Una biblioteca questa, come si può notare, che durante tutto il suo percorso ha sempre vissuto periodi bui, come quello degli ultimi dieci anni. L’augurio dei cittadini, ma anche degli studenti che si trovano a frequentare scuole ed università nei dintorni di questo gioiello, è che si possa presto ridare alla città uno spazio indipendente e anticonvenzionale in cui fruire liberamente della cultura, potendo portare dei libri propri.