di Alessandro D’Orazio
Sono quattro milioni gli italiani che non si curano a causa del reddito. Si tratta soprattutto di famiglie che da anni si trovano a fare i conti con una crisi economica che non sembra voler dare tregua al nostro Paese. Così, quando ci si trova costretti a dover decidere quali spese tagliare, in molti decidono di risparmiare su analisi e visite mediche.
Per questo motivo “occorre rivedere il sistema dei ticket sulla scorta del principio di bilanciamento”. È quanto affermato dal ministro della Salute, Roberto Speranza. “Bisogna riportare dentro il Servizio sanitario nazionale i troppi italiani che non si curano come dovrebbero per motivi economici e questo è un fenomeno consistente: alcuni studi stimano che si tratti di 4 milioni di persone”. E aggiunge: “Per una ecografia mammografica si pagano 36 euro sia se sei miliardario sia se sei un operaio ex Ilva”.
Tali dichiarazioni non fanno altro che riaccendere il dibattito riguardante l’esosità dei ticket sanitari, i cui importi andrebbero quindi rivisitati sulla base di un principio di bilanciamento di spesa volto a favorire coloro i quali sono ad oggi esclusi dal Servizio Sanitario Nazionale. In questo caso più che ad una questione politica, ci si trova di fronte ad una problematica etica; dopo l’abolizione del superticket a partire dal mese di settembre, bisognerà rivedere la quota dei ticket che tutti pagano indipendentemente dal reddito attraverso la previsione di un collegato nella manovra per un bilanciamento dei costi.
Sempre il ministro Speranza ha chiarito con un esempio concreto la sproporzione intercorrente tra percettori di redditi elevati e classi meno abbienti, parametrandoli al pagamento dei relativi ticket sanitari: “Io sono un deputato e prendo un’indennità molto più alta di un operaio ex Ilva; chi guadagna molto di più deve cioè pagare un po’ di più rispetto a chi guadagna molto di meno”.
A tal riguardo la recente manovra sembra aver dato un primo segnale importante, con due miliardi di euro in più sul Fondo sanitario che non si vedevano da molti anni. Altrettante risorse saranno investite sull’edilizia sanitaria. Inoltre si sta lavorando ad un emendamento contro la precarietà del personale, a partire dalle situazioni più urgenti. Nonostante ci sia ancora molto da fare, dunque, i segnali confortanti non sembrano mancare.