di Gianluca Spera
Stamattina sarebbe molto facile sparare a zero su tutto e tutti ma forse è meglio affidarsi all’analisi per quel che ancora serve.
Magari il tifoso meno accorto fatica a riconoscere nel Napoli di ieri pomeriggio quello che solo pochi giorni fa ha pareggiato ad Anfield.
Invece, è lo stesso Napoli con un’unica differenza: a Liverpool doveva difendersi e lo ha fatto bene, oggi doveva attaccare e lo ha fatto malissimo.
Se era stato bravo Ancelotti a imbrigliare i Reds con l’impostazione mazzarriana, oggi è tornato al suo calcio osceno.
Fin dalla lettura delle formazioni si è avuta la solita impressioni di giocatori messi lì a caso, probabilmente se fossero estratti a sorte uscirebbe una formazione più logica è organizzata.
Al di là dell’assenza cronica dei terzini, la genialata del giorno è stata quella di schierare Zielinski da regista.
A un certo punto se n’è accorto anche il prudente Compagnoni: questa squadra ha dei problemi evidenti di equilibrio.
Problemi di equilibrio che palesa anche la stampa napoletana troppo incline a raccontare un favoloso mondo che non esiste. Venerdì hanno detto e scritto che era tutto chiarito tra ADL e la squadra: eppure l’uno mantiene le multe e gli altri non le vogliono pagare.
Tornando alla partita, non inganni neppure l’iniziale vantaggio dovuto a una giocata individuale di Insigne ribadita in rete da Llorente, uno dei peggiori in campo peraltro.
Il Napoli non ha mai dato l’impressione di essere in controllo della partita.
Tanto è vero che, nel secondo tempo, un Bologna per niente trascendentale ha ribaltato la gara e sbancato un San Paolo silenzioso, malinconico e, inutilmente, severo alla fine con la squadra.
A questo punto, più che con i giocatori, la questione da risolvere è con il tecnico.
Ha la dignità di togliere il disturbo da solo o serve il benservito della proprietà?
Proprietà che appare sempre sfuggente e lontana, già proiettata verso Bari. Indegnamente rappresentata dal rampollo di famiglia.
Intanto, questo Napoli assomiglia tanto al suo tecnico. Triste, solitario e alla fine della corsa.