di Rosario Pesce
Anche quello di quest’anno si prospetta come un Natale in tono minore, visto che i segnali di ripresa dell’economia sono molto deboli e, certo, non fanno ipotizzare un rilancio vero delle sorti del nostro Paese, almeno a breve.
Peraltro, a rendere ancora più complesso il quadro odierno si aggiunge l’instabilità politica, che non aiuta invero la ripresa dell’economia e, quindi, dei consumi.
Le difficoltà, riscontrate dal Governo nel varo della Legge Finanziaria, fanno intendere che i prossimi saranno mesi non facili per le nostre istituzioni, visto che la fibrillazione è ulteriormente incrementata per effetto delle elezioni regionali e della forte indecisione che si registra, in alcune regioni in particolare, in merito al tema del quadro delle alleanze, che sarà decisivo per la vittoria di uno schieramento piuttosto che di un altro.
E, quindi, in una cornice siffatta, qual è il fattore di conforto per molti Italiani, che vivono mesi non facili in termini di integrazione e di inserimento professionale?
Per tutti coloro che sono in difficoltà, rimane un punto di riferimento ineludibile: il mondo del volontariato, che è in gran parte legato all’azione della Chiesa cattolica.
Sono questi i veri protagonisti del Natale solidale, che è in grado di regalare un sorriso a quanti non potrebbero, altrimenti, averlo.
È grazie a queste organizzazioni (una su tutte, la Caritas) che molti Italiani possono consumare un pasto caldo ovvero riposare in un luogo che non sia il marciapiede o la stazione di turno.
E nei prossimi anni, visto che è previsto che la crisi economica possa aggravarsi ulteriormente, il ruolo di questi centri della solidarietà non potrà che divenire ancora più importante nella società italiana: grazie a loro si potrà garantire la sopravvivenza a quanti vivono di stenti e sono in preda alla più forte disperazione, in uno stato di completa emarginazione sociale.
Forse, la crisi di questi anni risveglierà il sentimento di comunità, che dovrebbe albergare in noi tutti?
Forse, l’Uomo scoprirà effettivamente le sofferenze del suo simile e potrà provarne autentica empatia?
Certo è che, senza solidarietà, non esiste consesso sociale e, senza quest’ultimo, non vi è vera crescita economica e promozione morale per nessuno.