Oltre alle droghe “tradizionali”, va segnalato che negli ultimi anni sono state immesse nel mercato molteplici sostanze stupefacenti sintetiche, la maggior parte delle quali provenienti dalla Cina; nel 2016 si è addirittura registrata una immissione di quasi una nuova sostanza psicoattiva alla settimana. Il fenomeno dell’abuso di droghe è inoltre strettamente collegato ai numerosissimi decessi per overdose, che da anni oramai imperversano nei principali Stati occidentali. Nel 2015 la Germania ha registrato 1100 decessi di tal genere, esattamente come nel 1995.
La Francia addirittura ha visto aumentare seppure di poco il numero di morti rispetto a quasi venticinque anni fa, così come l’Olanda. Ma il Paese dove le cose sono andate decisamente peggio è il Regno Unito. Lì le morti per overdose non sono solo state tantissime, ma addirittura di molto aumentate, toccando quota 2655 nell’anno 2015.
Tutti questi dati non fanno altro che generare un aggravio di costi in termini di spesa pubblica nazionale, a causa delle cure e dei trattamenti da sostenere nei riguardi degli assuntori di sostanze stupefacenti. In generale, infatti, è aumentato il numero delle persone in cura per l’uso di droghe in Italia (con un rialzo del 14% di nuovi utenti) per un totale di 133.060 casi.
Alcuni interessanti interventi volti alla limitazione dell’uso di stupefacenti potrebbero riguardare la creazione di programmi di prevenzione e di supporto sociale e terapeutico nei confronti degli assuntori. In particolare, grande attenzione dovrebbe essere posta verso i minori, soprattutto in situazioni di disagio, al fine di contrastare efficacemente eventuali tendenze all’uso anche saltuario di sostanze stupefacenti, promuovendo conseguentemente interventi di educazione alla salute. La strategia vincente sarà, dunque, quella di sviluppare nei soggetti modelli attitudinali positivi per valorizzare le risorse della persona e favorire l’acquisizione di nuove capacità e competenze. Compito quest’ultimo assai arduo, ma meritevole di grande considerazione.