di Alessandro D’Orazio
Nei giorni scorsi una inchiesta condotta dal quotidiano “L’Espresso” aveva lanciato l’allarme sul rischio che i boss detenuti al 41bis, approfittando dell’emergenza Coronavirus, sarebbero potuti uscire dal carcere e beneficiare così di consistenti sconti di pena. Inizialmente la questione aveva riguardato solo mafiosi di “secondo livello”, salvo poi estendere il dibattito anche a quei detenuti in regime di carcere duro.
Negli ambienti giudiziari era stato nel frattempo lanciato un grido d’allarme per l’esistenza di un documento, datato 21 marzo e trasmesso per conto del Direttore generale del Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) a tutti i penitenziari italiani, in cui si invitava a comunicare “con solerzia alla Autorità giudiziaria, per le eventuali determinazioni di competenza”, il nominativo di quei detenuti ultrasettantenni affetti da determinate patologie.
Successivamente, però, proprio il Dap aveva smentito l’emanazione di disposizioni simili, sostenendo che era stato effettuato un semplice monitoraggio per la valutazione dell’età, dello stato di salute ma anche della pericolosità dei soggetti reclusi. Il Dipartimento ha infine sottolineato che non mancheranno comunque ulteriori verifiche e approfondimenti in merito.
Al di là delle giustificazioni addotte, è evidente che qualcosa non stia funzionando. Se anche i boss stragisti rischiano di ottenere certe concessioni vuol dire che la situazione nelle carceri italiane, come già evidenziato in numerosi report giornalistici nel corso degli ultimi anni, è certamente preoccupante.
Concedere benefici di tal genere a criminali senza scrupoli sarebbe, secondo alcuni, la dimostrazione del proseguo della mai sopita trattativa Stato-Mafia. Il rischio più grande è quello di tradire gli ideali per cui hanno combattuto e sono caduti martiri dal calibro del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Uno schiaffo in pieno volto al sacrificio non solo di queste persone, ma anche di tutte le loro famiglie.
Per completezza di trattazione va comunque sottolineato che al momento il trend dei contagi nelle carceri è in una fase di sostanziale stallo. Il Garante nazionale per i diritti dei detenuti ha reso noto che “il quadro sulle positività in carcere, sia per quanto riguarda la popolazione detenuta, sia per quanto riguarda il personale, è stazionario”. Notizia questa che fa ben sperare in relazione alla necessità di evitare gli ingiusti sconti di pena paventati.