di Angela Petroccione
Il mondo del vino si trova ad affrontare paure e restrizioni globali determinate dall’emergenza Coronavirus.
Con ristoranti, bar e wine bar chiusi dalla fine di febbraio, la sospensione e il rinvio dei più importanti eventi a livello nazionale ed internazionale, aziende vinicole ed operatori del settore italiani fanno i conti con un inevitabile calo dei consumi e con gli effetti di una lunga pausa da enoturismo, degustazioni condivise, incontri con i produttori, e acquisti in cantina.
La crescita degli acquisti in Gdo e attraverso le piattaforme on-line non ha infatti compensato l’azzeramento dei consumi fuori casa.
Le riflessioni sono ovviamente concentrate su ciò che potrà accadere nel prossimo futuro, quando la morsa del lockdown inizierà ad essere allentata.
Risposte incoraggianti arrivano dai risultati dell’indagine dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor denominata “Gli effetti del lockdown sui consumi di vino in Italia”.
Nonostante la quarantena abbia infatti frenato i consumi nel nostro paese, una larga fetta degli italiani (85%) si dichiara fedele e propensa a riprendere le proprie abitudini dopo il termine della fase più restrittiva, compatibilmente con le proprie disponibilità finanziarie.
Lo studio, realizzato su un campione di 1.000 consumatori di vino della popolazione italiana, fotografa la situazione nel periodo dal 17 al 22 aprile 2020.
Un dato che balza subito all’attenzione degli operatori è questo: 55% consuma vino quanto prima, il 14-15% ne consuma di più. Inoltre su 10 consumatori, 3 hanno risposto che consumano meno vino di prima (ma anche meno birra).
Il motivo è dovuto alla costrizione degli spostamenti e tra questi ci sono i Millenials, mentre i consumatori della Generazione X (fascia di età dai 40-60 anni) consumerebbero vino in quantità uguale a prima della quarantena.
L’indagine evidenza dunque il nesso ancora indissolubile tra vino e socializzazione se è vero che la diminuzione riscontrata è da addurre in larga parte (58%) al regime di isolamento imposto dall’emergenza Covid-19. Per contro, chi dichiara un aumento ha scelto il prodotto enologico quale elemento di relax (23%, in particolare donne del Sud), da abbinare alla buona cucina di casa (42%), specie tra gli smart worker del Nord.
“Nulla sarà più come prima” è il leitmotiv del dopo emergenza ma è certo che sulla ripresa dei consumi molto dipenderà anche dall’impatto della crisi sul potere di acquisto degli italiani.