di Alessandro D’Orazio
Il recente decreto siglato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha acceso aspre polemiche relativamente alla gestione dell’emergenza epidemiologica in corso. Oltre alle opposizioni di centro-destra, pesanti critiche sono piovute anche da alcuni parlamentari della stessa maggioranza a cominciare dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. Secondo l’ex premier il Dpcm appena varato è stato infatti un errore politico, economico e costituzionale che si aggiunge all’insufficiente gestione dell’emergenza da parte del Governo.
Un errore politico perché la norma delegherebbe al comitato tecnico scientifico una scelta meramente politica: contemperare i rischi. Secondo Renzi: “Lo scienziato ti dice che c’è il Coronavirus, il politico decide come affrontarlo”. La mancata differenziazione delle misure in base alle diverse situazioni regionali sarebbe inoltre una scelta sbagliata, in quanto “un presidente del Consiglio non deve guardare gli indici di gradimento, ma il numero dei posti di lavoro, l’andamento del Pil, le previsioni internazionali”.
Renzi fa anche un paragone internazionale e sottolinea che “il lockdown italiano è stato il più duro di tutti. Francia, Germania, Spagna, stanno ripartendo più velocemente di noi dopo aver rallentato meno di noi: ci strappano fette di mercato”. Il leader di Italia Viva è anche molto pessimista sul futuro quando afferma che “la ripartenza sarà lenta. Non si rendono conto che in autunno ci sarà una carneficina di posti di lavoro”. E ancora: “medici e cittadini sono stati bravissimi, le istituzioni meno. E ora stiamo perdendo interi settori produttivi per una politica pavida che si nasconde dietro ai tecnici”.
Infine Renzi attacca anche sul fronte dell’incostituzionalità del nuovo decreto, per motivi analoghi a quelli sollevati dall’ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre. “Il Covid continuerà per un anno. Dovremo convivere con il virus senza rinunciare alla libertà costituzionale. Il disastro erano le terapie intensive piene: ora ci sono meno di 2mila persone e 9mila posti disponibili. Questo è un assurdo costituzionale. Il presidente del Consiglio non può impattare sulla vita delle persone al punto di definire con Dpcm chi puoi vedere. Abbiamo accettato una limitazione quando le terapie intensive scoppiavano e i medici dovevano decidere chi intubare e chi no, ora basta. La libertà non vale meno della salute”.