di Angela Cascella
Settembre, il mese dell’ apertura delle scuole, il mese della ripresa delle attività didattiche, il mese che dà il via ad un nuovo anno scolastico. Settembre è ormai alle porte. La ripresa della didattica e di tutte le attività scolastiche non sarà più la stessa dopo la Covid 19. L’emergenza ha costretto docenti e studenti a relazionarsi, a confrontarsi, a incrementare le conoscenze e le competenze (prevalentemente digitali) attraverso la DaD, ovvero la didattica a distanza. I device hanno creato un ponte di collegamento tra docenti e studenti, ma è stata l’urgenza e la necessità di uscire dall’isolamento e dal distanziamento a dettare i percorsi, a volte impervi e poco prudenti, per fare didattica di vicinanza.
Settembre, però, ci aspetta e dobbiamo farci trovare pronti, preparati, efficienti. L’essere colti improvvisamente da un virus sconosciuto ci ha insegnato che la vita è imprevedibile; ma ci ha insegnato anche che senza strumenti, senza forza lavoro, senza conoscenze, senza determinazione e soprattutto senza parametri di riferimento rischiamo di andare in confusione, in emergenza e di non riuscire più a gestire anche le cose più semplici ed ordinarie. Per questo è necessario arrivare pronti e preparati al ‘Settembre Scolastico’ che ci aspetta. Il Comitato Tecnico Scientifico, di concerto con il Ministero dell’Istruzione, ha predisposto un Piano Scuola 2020-21 a cui riferirsi per la ripresa settembrina. L’ufficialità di tale Piano, si spera, sia rivedibile tenuto conto che Sindacati e gruppi di Dirigenti e Docenti, ognuno a proprio titolo e per propria competenza, si stanno prodigando a chiedere al Ministro una presa di coscienza delle tante e indiscusse necessità dettate dal rientro nelle aule. Le Linee Guida, infatti, definiscono poco, sono effimere (distanziamento, mascherine e lezioni il sabato anche in gruppi differenziati) e lasciano alle Scuole, nella persona del Dirigente (coadiuvato dal middle management e in sinergia con gli Organi Collegiali e in sintonia con gli stakeholders), la responsabilità di fronteggiare le difficoltà da pandemia.
Pensare di portare a regime la Dad (o per una didattica mista) nata per necessità, o pensare di affrontare l’acquisto dei dispositivi individuali di protezione assegnando ad ogni scuola un finanziamento di 30 mila euro (esiguo per tutto il materiale da acquistare per Docenti, alunni ed ATA da utilizzare per sei giorni a settimana), sono delle utopie che si vanno ad affiancare alla diversa articolazione delle ore di lezione, alla diversificata articolazione degli alunni (gruppi misti, gruppi di diverse classi e di diverse età) e alla concertazione con gli enti locali per l’utilizzo di spazi diversi e all’aperto.
Quest’ultimo punto apre lo squarcio della responsabilità relativamente all’utilizzo di luoghi non deputati all’accoglimento di bambini e adolescenti, a luoghi che dovrebbero essere sanificati, che dovrebbero rispettare i parametri di sicurezza (distanziamento, areazione, pulizia, uscite di sicurezza) oltre a dover prevedere la opportuna vigilanza per usufruire dei servizi igienici. Questi sono solo alcuni dei problemi che i Dirigenti Scolastici dovranno affrontare investiti della responsabilità quali ‘Datori di Lavoro’, deputati ad una Governance della Istituzione scolastica autonoma (finanziaria, di ricerca – sperimentazione e sviluppo, Didattica e organizzativa) che non deve tradursi in un percorso ad ostacoli tra ineguaglianze e discrepanze.
Le eterogeneità delle diverse realtà scolastiche italiane porteranno ogni Dirigente ad affrontare tutte le problematiche senza azioni comuni, senza un filo conduttore univoco per tutto il sistema, facendo addivenire la Scuola Italiana il teatro di scenari, opportunità, offerte formative troppo discrepanti e incongruenti. Per fronteggiare una didattica mista (in aula ed a distanza) occorrono molti più docenti e lo stesso si rende necessario anche nello sdoppiamento delle classi, nelle turnazioni e nei gruppi misti di lavoro.
Le urgenze saranno tantissime: personale che appartiene alle categorie protette e quindi da tutelare dalla Covid 19; mancanza di docenti per le sostituzioni e di collaboratori per fronteggiare le necessità di pulizia e sanificazione; le malattie stagionali che si sovrapporranno al Coronavirus; gli edifici e gli ambienti scuola trascurati e talvolta impraticabili in alcune aree (esterne, palestre, cortili comuni, laboratori); mancanza di materiali, strumenti, accessori, banchi, strutture che possano consentire il distanziamento. Questi sono solo alcuni aspetti difficili che metteranno in crisi la Scuola.
Non si può pensare che il tutto sarà fronteggiato – sempre per la volontà e la disponibilità a sanare le difficoltà – da Dirigenti e da docenti determinati, capaci e volenterosi. I problemi avranno una ripercussione non solo sulla salute dei cittadini (alunni, docenti e le rispettive famiglie) ma sull’intero Sistema Scuola, sul diritto all’istruzione ed alla inclusione, avranno risvolti sociali e lavorativi, nonché economici. La Scuola, ora, adesso, subito ha bisogno che si intervenga con azioni concrete, opportuni finanziamenti , nonché assunzioni, formazioni, concertazioni finalizzate e di spessore, affinché si possa dire con serenità e coerenza che la Scuola a settembre è pronta ad aprire i cancelli d’ ingresso.