di Rosario Pesce
Con l’ultima settimana di agosto si chiude l’anomala estate del 2020, segnata in modo molto forte dai timori indotti dal Covid.
Certo, noi tutti ci saremmo aspettati altri dati: purtroppo, qualche atteggiamento irresponsabile di troppo ha fatto sì che il livello dei contagi sia alto, in particolare fra i giovani, che sono quelli più esposti, visto che sono il target di età che ha maggiormente vissuto momenti di socialità senza i necessari dispositivi di protezione individuale.
Con la riapertura degli uffici e delle scuole, ovviamente questi dati acquisiscono un peso particolare, visto che ineluttabilmente il livello dei contagi è destinato a crescere, anche se i vari protocolli di sicurezza saranno applicati in modo ferreo.
Ed, allora, cosa si può fare per evitare il prodursi di una situazione catastrofica agli inizi del prossimo autunno?
Un po’ di prudenza in più non guasterebbe, ma di per sé potrebbe non essere sufficiente.
Forse, si deve immaginare l’introduzione di nuovo di misure restrittive, almeno su base locale, laddove i contagi sono più alti?
Forse, nel corso dell’estate, che sta finendo, non andava autorizzata la riapertura di discoteche e di luoghi di ritrovo, che sono stati una manna per il virus, visto che in quei posti si è replicato in modo significativo?
I punti di domanda non mancano, ma invero non si può non ripartire con le ordinarie attività, visto che sul rilancio di queste si basa la credibilità del sistema Paese.