Dal 23 al 27 ottobre, a Torino, si terrà il Salone internazionale del gusto e Terra Madre. Appuntamento biennale molto atteso.L’evento si presenta come un mercato del cibo, un luogo d’incontro e aggregazione dove si praticano l’economia e lo scambio, integrati da cultura gastronomica e consapevolezza etica e sociale. Ma è anche un modello di mercato, che mette in scena per cinque giorni, all’interno dei padiglioni di Lingotto Fiere, le forze positive del cibo buono, pulito e giusto impegnate a praticare nel mondo, tutto l’anno, consapevolmente o no, la filosofia di Slow Food.
Terra Madre riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare e vogliono difendere l’agricoltura, la pesca e l’allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità del cibo.Nel 2012, per la prima volta, Salone del Gusto e Terra Madre sono state un unico grande evento che completa un percorso tracciato sin dal 2004 – l’anno in cui è nata Terra Madre, la rete mondiale tra le comunità del cibo – e, insieme, raccontano la straordinaria diversità agroalimentare di ogni continente, dando voce a chi coltiva, alleva e trasforma i suoi prodotti.
L’anno in corso è stato dichiarato dalle Nazioni Unite Anno internazionale dell’Agricoltura Familiare.
La differenza tra l’agricoltura familiare e quella di impostazione industriale non sta solo nelle dimensioni, che sono semmai una conseguenza della filosofia che le guida. L’agricoltura industriale è business: punta al profitto, è orientata al mercato.
L’agricoltura familiare produce cibo. Il suo obiettivo sono le persone che lo mangeranno e anche la terra che, stagione dopo stagione, collabora con gli agricoltori. Produce cose da mangiare, non cose da vendere. L’importante è avere un raccolto, per questo diversifica il più possibile, cerca di inserirsi nei ritmi della natura, non di contrastarli.
L’agricoltura familiare va celebrata perché produce l’80% del cibo che viene mangiato dalla popolazione della terra, non quello che viene commercializzato.
Terra Madre è questo. La terra per le persone, non per il mercato. Promuove le piccole realtà e la biodiversità.Cosa che fa anche il Salone del gusto, offrendo una vetrina per le specialità regionali di tutta Italia.
Quest’anno, molto bella l’iniziativa dell’ Arca del Gusto: un grande catalogo nel quale Slow Food i sapori tradizionali che stanno scomparendo.
“L’agricoltura industriale e l’omologazione dei gusti stanno cancellando come un diluvio molti cibi, con la cultura e la storia che li accompagnano. Sono migliaia, per esempio, le mele selezionate nel tempo dai contadini, ma in commercio se ne trovano solitamente quattro. Il Messico, dove ha avuto origine il mais, ha perso in un secolo l’80% delle varietà. Delle oltre 5000 varietà di patate esistenti in passato nel mondo oggi solo quattro sono diffuse. La biodiversità assicura agli ecosistemi la capacità di affrontare i cambiamenti, di adattarsi e sopravvivere”,
Tantissime sono le iniziative, i percorsi, gli incontri, le conferenze che sono stati organizzati per i cinque giorni del salone.
Vi invito a visatare i siti: www.salonedelgusto.it , www.terramadre.info e, se potete, venire a visitare il salone.
In un periodo di forte crisi, come questo, la terra, l’agricoltura familiare, la valorizzazione dei prodotti regionali (ad ogni regione italiana è riservato un ampio spazio), la biodiversità, la difesa del territorio sono, probabilmente, insieme al turismo, una delle poche ancore di salvezza.