di Alessandro D’Orazio
La linea di abbigliamento low cost di Lidl sbarca in Italia ed è già sold out. Dalle ricercatissime sneakers gialle, blu e rosse, passando per t-shirt e ciabatte, fino ai calzini di spugna col logo: sui social impazzano le foto degli scaffali dei punti vendita italiani completamente vuoti. Nei mesi scorsi le scarpe avevano già conquistato mezza Europa. Il successo era stato così rapido e degno di nota che alcuni capi erano stati rimessi in vendita online a prezzi esorbitanti: c’era stato perfino chi aveva venduto le scarpe acquistate a 700 euro sulle piattaforme di e-commerce.
Dopo molta attesa, ora i prodotti logati sono giunti anche in Italia a prezzi davvero bassi: 12,99 euro per le sneakers, dai 3,99 ai 4,99 euro per le ciabatte, 2,99 per i calzini. Su internet c’è già, però, chi rivende i prodotti accaparrati a cifre pazzesche: basta fare un giro su eBay o su altri siti per farsi un’idea dei costi degli articoli rivenduti (per le scarpe, si parte dal centinaio di euro in su).
Questo fenomeno, tipicamente ricollegabile al concetto di “bisogno indotto”, ci permette di capire come si comportano le persone e la società stessa. In un periodo dove la scala sociale è spesso determinata dal tipo di consumi che vengono effettuati, i bisogni indotti sono utilizzati per creare quei desideri che non sono percepiti spontaneamente dal consumatore, ma indotti dalla pubblicità e dalla moda. Purtroppo è la cultura dominante a dettare i bisogni di vita. Ed è così che: “Devi sposarti, devi fare figli, ma devi anche divertirti, devi dimagrire, devi avere una bella macchina, devi avere uno stipendio alto”. Insomma, più ci avviciniamo al modello comune e più ci allontaniamo da noi stessi.
Usando le parole del filosofo Julius Evola: “Devesi riconoscere che la devastazione che abbiamo d’intorno è di carattere soprattutto morale. Si è in un clima di generale anestesia morale, di profondo disorientamento, malgrado tutte le parole di ordine in uso in una società dei consumi…”. E ancora: “Riconoscere questo, significa anche riconoscere che il problema primo, base di ogni altro, è di carattere interno: rialzarsi, risorgere interiormente, darsi una forma, creare in sé stessi un ordine e una drittura”. Riflettiamoci!