Scia di veleni e sospetti dopo la manifestazione a Torino, indetta dalla Fiom per protestare contro le politiche del governo in materia di lavoro.
Gli incidenti scoppiano in Piazza Castello mentre parla Maurizio Ladini.
Duecento antagonisti contro le forze dell’ordine: lancio di bottiglie, petardi e pomodori. Cinque agenti feriti. La polizia risponde con i razzi che colpiscono anche la folla pacifica. Sei portati in questura.
Lo stesso segretario critica sia i dimostranti sia le forze dell’ordine: “Non è accettabile – ha detto al termine della manifestazione – che si tenti di utilizzare, rovinandola, una manifestazione che ha avuto a Torino un successo che non si vedeva da anni. Nello stesso tempo mi pare vi sia stata una gestione non utile della piazza da parte delle forze dell’ ordine che hanno lanciato lacrimogeni su migliaia di persone quando ce n’erano cento da isolare”.
In serata,poi, arriva la replica di Matteo Renzi, che in un’intervista al Tg1 commenta: “L’unico modo per far crescere l’occupazione non è scendere in piazza, ma creare occasioni. C’è chi vuole occupare le fabbriche. Io vorrei semplicemente aprirle”.
Scendere in piazza, a manifestare pacificamente, è un diritto che quasi abbiamo scordato e che, con i dati sconfortanti che leggo, ora sembra persino inutile.
Un esercito. Sono un esercito i disoccupati in Piemonte (Torino ha i record negativo del nord).
Dalla rilevazione risulta che a agosto 2014 il tasso di disoccupazione era pari al 12,3%, in lieve caduta rispetto a un anno prima. Ma per contro il tasso relativo ai ragazzi tra i 15 e i 24 anni era del 44,2% , 3,6 punti in più del dato registrato un anno prima. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono naturalmente esclusi i giovani che studiano. In valore assoluto in Italia i giovani disoccupati sono 710 mila. Che uniti a tutti gli altri che hanno perso il lavoro sono un esercito in tutta la penisola.
Un esercito che cresce ed è quasi paralizzato dall’abitudine e dalla disperazione. Una parte di questo esercito è sceso in piazza a Torinp, insieme a qualche violento.
Mi stupisco.
Mi stupisco che i violenti siano così pochi, che ancora si riesca a trattenere una rabbia che, alla luce delle nuove incredibili riforme a rilancio del Paese, io contengo con difficoltà. Ed io un lavoro ed una casa li ho, per ora almeno.
Una riforma al mese. Rilancio. 80 euro. Articolo 18 da abolire per portare investimenti. Riduzione dei costi della politica. TFR in busta paga. 18 miliardi in meno di tasse.Eccoli i gioielli del governo Renzi. A leggerli non so se ridere o piangere. Una genialata di inutilità. Una dietro l’altra che nemmeno Berlusconi dei momenti migliori sarebbe riuscito ad inventare.
Un tutto che cambia perché nulla cambi? Qualcosa è cambiato, invece, in peggio per tutti.
Il lavoro è ancora meno sicuro, per i pochi che ancora ce l’hanno.Gli 80 euro sono un nulla gettato nel nulla.Il TFR che fa giri pazzeschi e che ancora non si sa che fine farà, ma lo pagheranno le aziende, lo bruceranno i lavoratori e ci pagheranno le tasse, più alte pure e con il rischio di perdere il diritto agli 80 euro.Ma nessuna idea. Nessun aiuto, nessuna prospettiva di ripartenza. E le tasse regionali e i costi dei servizi che aumenteranno. Perché le regioni sono già al collasso ora, immaginiamoci come saranno senza i soldi dalla Stato.
Una barbarie, questo governo.
Un fumo negli occhi, cupo, nero, asfissiante. E non è quello dei lacrimogeni vergognosi sulla folla che manifesta.
E’ quello delle bugie e della propaganda. E’ quello delle nostre speranze bruciate. E’ quello del futuro che se ne va, per noi e per i nostri figli.
Non c’è ragione e non c’è torto per questi scontri.
C’è solo un vergognoso senso di sconfitta.