di Danilo Cappella
Te lo ricordi quel giorno? Era in un mese come questo, eppure era tutto diverso. Ce n’era stato uno anni prima molto simile, tuo padre ne parlava sempre. E poi un’altra notte, quella l’avevi vissuta anche tu, in cui un ragazzino venuto dall’est con la cresta e i denti sporgenti divenne uomo.
Quanti ricordi si stagliano. Ma come quella notte mai. Niente è stato più lo stesso dopo, ci siamo sentiti derubati e scuciti da dosso qualcosa che sentivamo ormai nostro.
Quella notte così bella ci ha poi perseguitato per anni, e lo fa ancora, ci tiene ancorati al suo bellissimo ricordo nonostante si sia ripresentata a noi non molto tempo dopo, nella sua nemesi più totale, con un pallone che si è infilato sotto la traversa sbagliata dopo una rimonta inverosimile.
Si ritorna sempre dove si è stati bene, e si ritorna ancor di più dove si è stati male, e allora eccoci di nuovo. Dopo mesi di polemiche con chi parla del protocollo dicendo di rispettarlo così come fa col regolamento, dopo un numero indefinito di rinvii e ricorsi che manco il fratello di Pasquale Cafiero, finalmente si gioca.
Una partita che poteva non avere alcun senso per la classifica, improvvisamente ce l’ha. Non è niente di epocale, nessun sogno nel cuore, solo punti più importanti degli altri. Allora diamoci dentro. Che sia una notte di quelle belle. E te lo ricordi, poi, in mezzo a tutto questo calcio così sporco e malato, quanto era bella l’aggregazione?