La società non vede ciò che dovrebbe vedere…

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di Alessandra Hropich

Le persone che mi scrivono: “Ma tutto a te capita? Ma i pazzi li conosci tutti tu? Possibile che incontri ed ascolti solo frustrati e sofferenti? Ma dove li trovi tutti i folli?”
Queste sono domande sciocche e provocatorie di soggetti che non vedono e non sanno un bel niente di niente dal momento che non hanno empatia, nessuno si confida con loro e il loro cervello dorme tutta la vita ma poi si divertono a farmi sentire una “procacciatore di squilibrati” o una creatura che vede extraterrestri.

Eh no! La nostra società è piena zeppa di soggetti con problemi/squilibri di ogni tipo ed io che ho una particolare abilità di scoprirli, creo dispiacere, lo so, in chi non vuole sapere. Continuerò a farlo, i miei libri ed articoli sono molto apprezzati per le Verità nascoste, non le cose rivelate dai diretti interessati ma scoperte da me, io racconto il lato segreto di tutti.

In ogni mio libro racconto, come è ben noto ai miei lettori, le esternazioni rigorosamente confidenziali, le persone nel loro privato sono del tutto diverse da quello che vogliono far credere di essere, ogni essere umano ha più maschere ma ne mostra soltanto una, massimo due alla società e comunque ciascuno mostra le maschere che desidera mostrare: professionista modello, marito felice, padre o altro.

Ma mi accorgo degli squilibri di ciascuno solo quando si confida, come lo fa, cosa scrive quando lo leggo o lo ascolto soltanto io, quando il diretto interessato sa che può essere finalmente se stesso, i suoi occhi, i suoi movimenti, le sue reazioni parlano, non mi sfugge quasi nulla.
Ecco perché trovo fortemente irritante la domanda classica: “Ma tutti a te capitano?”
Irritante perché, chi la fa, dimostra di essere un soggetto che non pensa, uno che non usa il cervello per capire che esiste l’ empatia e la capacità di scoprire molte cose degli altri che non tutti hanno, anzi che pochissimi realmente hanno.

Io so una marea di cose, comprese le stranezze, le insicurezze, le frustrazioni, le anomalie di natura sessuale di molti che però scelgo di raccontare (in forma anonima) nei miei libri perché questa è cultura.
Quando occasionalmente pubblico un post su un social, puntuale arriva il commento di sempre da parte di qualcuno che mira a farmi sentire una “procacciatrice di soggetti disturbati” o una “sfigata” che raccoglie solo squilibri altrui, questo semplificare le anomalie di ciascuno di noi per attribuire a me un problema mi fa orrore, la gente che non pensa mi fa paura.

“Il sonno della ragione genera Mostri!” Cit Goya.

Non esiste lo squilibrio, la frustrazione, il turbamento dell’ animo, il disturbo relazionale e quello sessuale perché lo cerco con cura io, queste problematiche investono tutti noi, chi in un modo, chi, in un altro.
Infatti, non a caso, un amico social tempo fa mi disse:
” Sento che tu devi quasi farmi una diagnosi per capire di cosa soffro, come sicuramente fai con tutti!”

Non è esattamente il mio obiettivo quello di fare diagnosi, non sono psicologa ma proprio a me, non a qualsiasi psicologa, raccontano e confidano cose che nemmeno ad un parente stretto dicono. Con me, gli uomini e le donne si aprono in modo molto profondo, non è detto che la stessa cosa la facciano con la psicologa, anzi, è difficile che si confidino cose intime ad uno specialista.
L’ empatia crea legame, fiducia e confidenza.

Scopro soltanto grazie al mio modo di essere, le mille sofferenze e maschere di tutte le persone, anche quelle più ricche ed affermate professionalmente parlando. Non tutte le persone sono matte, sia chiaro ma tutte indossano una maschera e tutte provano a restare in equilibrio in una società (come la nostra) che raramente fa vivere bene ed in armonia, ecco la causa di tutto, non è facile vivere cercando di sembrare altro da quello che realmente si è, la recita continua di ogni ruolo porta a soffrire di depressione gli attori, figuriamoci tutti noi, che fatica e quanta sofferenza!

Tutto questo per dire che, per una come me che fa aprire anche i ricci più  chiusi, è estremamente facile trovare uomini di cui comprendi problemi di natura sessuale e di altro tipo, donne e uomini sposati ma profondamente in crisi. Mariti in cerca di conferme perché terribilmente delusi in ogni ambito della loro esistenza. I motivi per soffrire sono infiniti e, alla sofferenza, ognuno cerca di rimediare come può ma certe recite poi inducono taluni al peggio, i Mostri sono non di rado coloro a cui viene impedito con forza di manifestare la loro vera natura.
Del resto, l’uomo si identifica con il ruolo che è costretto a vivere: padre, figlio, padrone, operaio, impiegato, dirigente, disoccupato, ecc… per ognuno di questi ruoli esistono comportamenti sociali, abbigliamenti, modi di pensare e di esprimersi cui ciascuno si adegua inconsapevolmente ma tanti poi ne soffrono di questa continua e forzata immedesimazione.

Per questo rispondo a coloro che mi considerano come la scrittrice ” cacciatrice di squilibrati “, con una citazione di Freud:
“Il fatto è che siamo sempre pronti a disprezzare quello che non capiamo; è un modo comodo per semplificare i problemi!”

Chi non è portato a capire, chi non sa vedere, non risolve di certo i problemi che la gente ha, gli squilibrati, i sofferenti e persino i Mostri, continueranno lo stesso ad esistere nonostante coloro che non li vogliono o non riescono a vederli.
Ma attenzione, ci sono molti altri che si ostinano a non voler vedere nemmeno quando li metti di fronte al fatto compiuto, io li considero una sorta di complici silenziosi delle altrui malvagità.

Concludo con una citazione che la dice lunga sulla società: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti!”
M. L. King

Per informazioni sul libro dedicato ai Mostri:
https://www.youcanprint.it/mostri/b/36ef6f66-740b-5f43-a59e-babf005c66e8

Scrittrice e Pubblicista. Esperta di tematiche sociali, Relatore, Opinionista. Mi occupo di Comunicazione aziendale, Istituzionale e politica. All' Avvocatura ho preferito la Comunicazione perché adoro raccontare la realtà, fatti rigorosamente veri.