di Alessandro D’Orazio
Oltre al costo, altri fattori che pesano sulla diffusione dell’elettrico sono l’autonomia delle batterie, la scarsa diffusione delle colonnine di ricarica e la percezione di costi di manutenzione più alti. Gli italiani rimangono comunque fiduciosi che la situazione migliorerà con gli interventi previsti dal Pnrr.
In questo processo di transizione sarà fondamentale diffondere una corretta informazione. Tre italiani su quattro dichiarano, infatti, di riconoscere un’auto elettrica e ibrida, ma pochi sanno cosa sia un veicolo ibrido plug-in. Il risultato è che l’Italia è in ritardo nella diffusione dell’auto elettrica che rappresenta il 4% delle vendite rispetto al 10% dell’Unione Europea, e si presenta segmentata da fattori socio-demografici e culturali. Ciononostante, le immatricolazioni registrate nel Belpaese durante il primo semestre del 2021 hanno superato di oltre 300 unità il totale del 2020. Dal 2017 al 2020 le stesse sono cresciute del 1.394%.
A livello regionale è il Trentino-Alto Adige a registrare il numero più alto di veicoli elettrici: 7.113 nell’intero 2020 e 6.246 già nei primi sei mesi del 2021. La seconda regione italiana per numero di auto ecosostenibili immatricolate è la Lombardia (6.454 nell’intero 2020 e 5.923 già nel primo semestre 2021), seguita dal Lazio (4.087 in tutto il 2020 e 3.504 già nei primi sei mesi del 2021). Le regioni con il minor numero di veicoli elettrici immatricolati sono, invece, il Molise (appena 39 nell’intero 2020 e 37 nei primi sei mesi del 2021) e la Basilicata (80 nel 2020 e 96 nel primo semestre 2021).
Va, infine, sottolineato che i dati di Trentino-Alto Adige e Lazio sono condizionati dal fatto che in queste regioni (insieme alla Toscana) hanno sede le più importanti società di noleggio italiane, tra i principali acquirenti di veicoli elettrici nel nostro Paese.