Tanto tuonò che finalmente un politico cittadino è assurto alle cronache nazionali. Sia ben chiaro, molti ci provarono, a cominciare dal compianto On. Mauro Ianniello che ci ha lasciato nel 1999. Altri dopo di lui ci hanno provato, per lasciare una traccia del loro passaggio in parlamento, ma non hanno avuto quest’onore. Il nostro Gennaro Migliore si. Qualcuno dirà: “ma cosa ha fatto di buono, quale proposta eclatante migliorativa della politica nostrana ha mai fatto?” Nessuna, anzi ha esportato ciò che i nostri politici praticano quasi quotidianamente: l’incoerenza, e non solo. Tale è stato il suo voltagabbana, così sfacciatamente nel tentare di procacciarsi una poltrona, che ha meritato per sino un articolo dell’agguerrito Marco Travaglio sul settimanale “L’Espresso”. Tale è stato il suo contraddirsi e proporsi, che il Travaglio non ne ha potuto fare almeno di sputtanarlo pubblicamente. L’articolista cita molte delle sue uscite fulminanti, contro il primo Ministro Matteo Renzi come capogruppo di SEL, e richiama gli ultimi suoi interventi sfacciatamente a favore dello stesso, per poi culminare con le dimissioni dal suo partito e fondare LeD (Libertà e Diritto): nuovo gruppo vicino al Primo Ministro. La svolta del Migliore -ma non perché migliore di altri-, c’è stata, guarda caso, dopo le votazioni europee, come per far capire, chiaramente, la sua decisione di voler cavalcare il cavallo vincente.
La scusante, a suo dire è per “costruire una parte della sinistra nel rapporto più stretto col PD”, asserendo, anche che: “è finito il tempo dei micro partiti”, visto che aspira ormai ad un partito con il 40% del voti. Arrivando per sino a dire, dopo la manifestazione delle CGIL: “..in questa fase delicata di transizione è giusto essere con Matteo alla Leopolda”, dichiarando che : “mi trovo a mio agio” riferendosi al nuovo ambiente a cui aspira in attesa di poltrone libere, non disdegnando neppure quella di sindaco del comune di Napoli. Certo, la politica casoriana non poteva che partorire un tale personaggio, specchio del’incoerenza cittadina che si trova un’amministrazione di colore neutro, pur avendo vinto, nelle ultime elezioni, la coalizione di sinistra. L’articolista finisce il pezzo dicendo: “Sono sempre i Migliore che se ne vanno”. Io aggiungerei: “per fortuna”. Conclude sempre una mia cara amica: e chest’è.