di Alessandra Hropich
Da anni, mi occupo di comunicazione aziendale e politica ma, come scrittrice, mi si vede ogni tanto su giornali o intervenire in radio o TV per parlare dei miei libri e dunque mi si identifica con il ruolo pubblico.
È risaputo che la notorietà porta ad essere amati ed odiati, alcuni riescono persino a crearsi film mentali sul personaggio.
Alcuni soggetti sono combattuti quando si incrociano con un personaggio più o meno noto, tra questi, i narcisisti, ovvero coloro che vivono esponendosi anche loro magari su un social al solo scopo di attirare consensi, contare i like, sondare sempre l’ altrui gradimento come un’ ossessione per avere delle conferme sulla propria persona.
Qui riporto il caso di una strana conoscenza social che molto ha a che vedere con il narcisismo e la devianza.
Un professionista che intendevo intervistare perché sembrava essere un contatto con una valenza professionale per me. Va detto innanzitutto che il narcisista in genere si percepisce come un essere speciale, non accetta di cambiare, si sopravvaluta e sminuisce gli altri.
Il narcisista è animato dall’ invidia e dall’ aggressività.
Infatti il mio “amico” era animato da invidia nei miei confronti e da ammirazione latente per il personaggio che io rappresento. Non ricevevo mai un complimento pubblico ad una mia foto, in compenso, il professionista era a caccia di complimenti pubblici e privati alle sue foto. Le richieste continue di ammirazione dagli altri sotto ogni forma, sono tipiche dei soggetti affetti da narcisismo.
Dietro al bizzarro professionista si nascondeva una personalità inquietante, un uomo che da una semplice battuta su un indumento, ha intrapreso, per una giornata intera, una vera caccia alla preda. Io, nell’ immaginazione del mio amico social non ero più solo l’ intellettuale che lui diceva di ammirare per la cultura ed intelligenza ma la preda da coinvolgere ad ogni costo nei suoi giochi erotici, con insistenza ossessiva.
Una giornata passata (lavoro mio permettendo) a ricevere messaggi riguardanti le posizioni sessuali di lui alle prese con la scrittrice che amava trasformare in succube delle sue performances, si capiva dai messaggi il suo desiderio di dominare l’ intellettuale e il personaggio, mi sono ritrovata a leggere di me in ginocchio di fronte a lui, di spalle, a pancia in giù e in su, ho davvero delineato un quadro della sua personalità perversa ed autoritaria.
Esattamente come colui che si eccita vedendo una suora, altrettanto il mio fantomatico amico diceva di eccitarsi già solo immaginandomi come a lui piaceva, sempre sottolineando il mio ruolo di intellettuale e personaggio, ecco il motore della sua devianza.
Anche il narcisista, come il deviato del resto, non prova né gratitudine né ha a cuore la reciprocità perché viaggia da solo come un treno senza freni e non si cura di ciò che penserà l’ altro, semmai, l’ altro, gli serve per il suo divertimento e per provare a sé stesso che ce la può fare con chiunque, persino con un personaggio intellettuale che, nella sua mente contorta, abbandona la cultura e tutto il resto per dedicarsi ai suoi giochi erotici massacranti.
Ecco che in tal senso è inquadrabile il comportamento del tipo qui raccontato, infatti a lui, del mio disinteresse e la mancanza pressoché totale di risposte, non interessava proprio nulla.
Certo è che chiunque potrebbe pensare ad una specie di omone superdotato (che oltretutto nominava il suo organo sessuale con volgarità al solo scopo di stupirmi per vantarsi di prestazioni sessuali da uomo insaziabile) mentre in realtà lo si vede in foto come un omino minuto e ben poco visibile, di età avanzata ma in compenso animato dal solo fuoco dell’ immaginazione e da un’ inquietitudine ben visibile oltre che da un atteggiamento ossessivo che non sembra darsi pace, soprattutto quando prende di mira una persona intellettuale e conosciuta, la principale molla che lo spinge a lanciarsi in fantasie distruttive dell’ oggetto desiderato, come il cane che gioca con la palla fino a distruggerla e la molla quando è sgonfia.
Del resto la perversione è tipica dei soggetti anafettivi, coloro che non dialogano con una persona in una chat o di persona ma hanno in mente solo una determinata persona come oggetto piacevole di cui servirsi e da sottomettere perché animati soltanto da un pensiero malato ed autoritario che governa l’ istinto.
Il pensiero perverso ti può far anche odiare una persona ma desiderare fortemente di possederla con violenza a proprio piacimento, per accartocciare in un solo colpo la sua intelligenza, cultura, notorietà e bellezza.
Tanto il narcisista quanto il deviato non si fanno di certo scrupolo nell’ utilizzare la persona che attrae il loro istinto, esattamente come un oggetto.
Ho dato spazio ad un soggetto simile per poter capire, prima di bloccarlo definitivamente ma ho ritenuto necessario lasciarlo scrivere per ricordare quanti sono i soggetti che si presentano (non solo a me ovviamente) come normali professionisti capaci poi, in una conversazione privata, di gettare via la propria maschera che copre un volto di cui si vergognano, in primis loro stessi, consapevoli di essere guidati da un istinto malato.
Non credo sia facile per nessuno convivere con una parte malata di sé da nascondere.
Ed è proprio questa vergogna successiva la causa di ogni male, quando ti chiedono di tacere, ti rivelano quanto ne soffrono loro immensamente, senza avere mai il coraggio di chiedere aiuto.
La devianza è perversione.
” Il perverso è un soggetto che matura pensieri distruttivi verso gli altri attraverso pensieri e azioni di carattere maligno.