di Mirko Torre
Un pareggio che sa di impotenza.
In casa del Sassuolo non è mai facile, per nessuno. Anche ieri sera abbiamo avuto la conferma che la squadra di Dionisi è tosta, ben messa in campo e con diverse soluzioni per mettere in difficolta qualsiasi avversario si trovi davanti.
Il primo tempo è una lotta di tattica tra i due allenatori, che provano a spingersi in avanti, ma coprono allo stesso tempo tutti gli spazi in difesa, chiudendo sullo 0-0 con poche occasioni dopo 45’.
Il Napoli però mette le cose in chiaro appena iniziata la ripresa, con un “uno-due” che sa di prima della classe, mettendo in ghiaccio la partita o almeno così pare. Controllo totale fino al gol del 2-1 di Scamacca che stoppa di petto in area e scaraventa il pallone sotto la traversa con la rabbia e la sfrontatezza di chi vuole prendersi la scena.
Da lì in poi il Napoli è costretto a chiudersi, non avendo più riferimenti in campo dopo l’uscita per infortunio di Insigne, Koulibaly e Fabian Ruiz, praticamente il fulcro del gioco azzurro ieri sera.
C’è rabbia perchè se è vero che gli azzurri hanno in qualche modo lasciato giocare il Sassuolo negli ultimi 20’, è vero anche che per l’ennesima volta il direttore di gara ha condizionato il risultato. Il gol del pareggio neroverde nasce da una punizione che non andava fischiata, visto che nella stessa azione c’era un fallo sacrosanto su Rrahmani che non viene visto né rivisto da Pezzuto.
Ci chiediamo di nuovo come un arbitro alle prime armi in Serie A possa essere mandato ad dirigere la prima in classifica, in uno scontro così importante per la classifica, e forse è ora che la società cominci a farsi sentire con chi di dovere, per pretendere un rispetto che troppe volte finora ci è stato negato inspiegabilmente.
Addirittura l’arbitro ha il coraggio di assegnare il gol del 3-2 facendo finta di non vedere il fallo solare di Berardi su Rrahmani, ma viene salvato dal VAR che lo richiama e gli consente di cambiare la decisione.
Finisce 2-2 al Mapei Stadium, il Napoli è ancora primo, ma le milanesi si fanno sotto e recuperano il mini gap che gli azzurri avevano accumulato nelle scorse giornate. Da qui in poi non si può più sbagliare nulla fino alla sosta natalizia, a cominciare da sabato contro l’Atalanta, sfida cruciale che Spalletti dovrà affrontare senza alcuni dei migliori interpreti del suo sistema di gioco, tanto per cambiare.
Tutti uniti per un solo obiettivo, sappiamo che il sogno è raggiungibile, ma dovremmo sudare più di chiunque altro, come è sempre stato.