La rabbia e il disprezzo

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di Maria Rusolo

Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre

E’ tutto estremamente assurdo la nostra generazione non ha vissuto gli orrori dei conflitti Mondiali, siamo cresciuti in Europa ed in un Occidente, che con ogni mezzo, anche quelli forse che non riteniamo giusti si è impegnata perché nessuno si considerasse padrone di confini e della vita altrui, oggi è un giorno non triste, ma devastante per l’intera umanità.

Non entro in analisi geopolitiche, non ho le competenze per compierle, e sono a mio avviso del tutto inutili in questa fase, servirebbero in qualche modo a trovare una forma di analisi dei fatti diretta a comprendere ed a giustificare, e non si può in alcun caso a mio avviso trovare un solo elemento valido o di umana comprensione per quanto accade. Io farei un passo indietro e mi soffermerei su ciò che abbiamo consentito in questi lunghi decenni, senza battere ciglio.

Abbiamo pensato che si potessero tollerare forme di repressione di ogni istanza e disappunto interno alle nazioni, abbiamo pensato che sino a quando le dittature rimangono nei stretti confini nazionali e territoriali, nessuno fosse in pericolo, nessuno potesse o dovesse sollevare obiezioni, siamo stati più attenti alla logica del lasciare andare in nome di un interesse economico e di approvvigionamento di risorse e dei bisogni delle nostre comunità, piuttosto che comprendere che ogni regime, ogni chiusura, ogni cancellazione dei diritti dei cittadini sia l’anticamera ad altre forme di abominio e di repressione.

Abbiamo tollerato, non imparando nulla dalla storia, nulla da quanto accaduto, nulla dalle bombe, dalle cicatrici, dalla potenza cieca ed ottusa diretta a cancellare le opposizioni e le capacità di chi non si allinea al pensiero unico. Ci siamo allineati ideologicamente su posizioni che non hanno nulla a che vedere con la tutela degli esseri umani, si gli esseri umani, le donne, gli uomini, i bambini che hanno il sacrosanto diritto di giocare liberamente, di andare a scuola, di tirare le trecce alla compagna di banco, di correre a perdi fiato, aspettando la primavera.

L’umanità ha fallito, non ci sono vincitori, non ci sono vinti, ci sono le incapacità di chi guida mondo di guardare aldilà del proprio naso, in nome di una visione collettiva che aspiri alla esaltazione della bellezza. Gli armamenti!!! Come si possono finanziare ancora eserciti, come si possono investire milioni di euro in armi quando non riusciamo ad offrire servizi sanitari, istituti scolastici sicuri, formazione e valorizzazione delle intelligenze alle nuove generazioni. Abbiamo distrutto l’ambiente e siamo stati piegati da una pandemia per due anni, che ha mostrato quanto fossimo incapaci di dare risposte alle fragilità umane. Oggi ci svegliamo e sappiamo solo condividere una finta solidarietà per un popolo invaso?

E’ tutto qui quello che riusciamo ad esprimere, senza un atto coraggioso di assunzione doverosa, di responsabilità umana e collettiva. Le guerre sono carneficine, muoiono i civili, quelli che non hanno colpe, quelli che non sanno nulla delle dinamiche internazionali, quelli che vogliono solo essere tranquilli e crescere figli e coltivare speranze. Vi disprezzo per quanto fate al mondo, vi disprezzo per la indifferenza, vi disprezzo per ogni volta in cui vi girate dall’altra parte. A questo punto non ci resta che sperare che tutti si considerino invasi, che la Comunità Umana si senta in eguale misura violata, e che si prenda in maniera definitiva la coscienza che non c’è confine fisico che tenga sotto questo cielo.

Più che una fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre.

 

 

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.