L’Italia che verrà

Condividi su

di Giosuè Di Palo

L’Italia si è espressa. La Destra Italiana (perché di centro destra non può più parlarsi) ha stravinto con una maggioranza schiacciante. La leader di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni, ne esce trionfale con un flop clamoroso della Lega. La debacle del centrosinistra era quasi certezza aritmetica, dovuta soprattutto alla mancata alleanza PD-5stelle.

Uno dei dati più significativi é stato quello delle affluenze alle urne. Poco più del 60% degli aventi diritto si è espressa. A Napoli, la mia città, meno del 50%. Un minimo storico clamoroso che conferma il quasi insanabile scetticismo che la popolazione, soprattutto i giovani, prova nei confronti della politica.

Nell’analizzare questa tornata elettorale un tema che mi preme particolarmente é proprio il dato dell’astensionismo dovuto, soprattutto, alla quasi impossibilità di voto per tutti gli studenti fuori sede. Le esenzioni per i treni sono difficilissime da ottenere e, a decidere di percorrere chilometri e chilometri per esercitare il proprio dovere civico, sono veramente in pochi. Attualmente sono 4,9 milioni i cittadini che studiano o lavorano in località diverse da quelle di residenza, oltre il 10% degli aventi diritto.

Si può e si deve fare di più. Secondo grande tema é, ovviamente, il risultato elettorale. Giorgia Meloni é riuscita a polarizzare i voti, riuscendo a portare un partito nato con l’1% ad essere il primo partito d’Italia. L’unico pregio che bisogna riconoscerle senza se e senza ma é la coerenza. La Meloni, finora, é sempre stata fedele a se stessa, alle sue idee, restando in opposizione sempre e comunque. D’altro canto c’è da dire che, ovviamente, criticare l’operato del Governo dell’opposizione é fin troppo facile.

Cavalcare l’onda del risentimento popolare ancor di più. Bisogna ora vedere cosa sarà in grado di fare dal lato opposto della classe, la cattedra. E, soprattutto, che ne sarà di una coalizione che dovrà tenere conto di una Lega ridimensionata e ai minimi storici e Silvio Berlusconi che… vabbè é lui. Concludo con una riflessione che mi preme fare e che, mai come di questi tempi é attuale. I diritti civili sono diritti di tutti, frutto di anni di battaglie e di sacrifici.

Nel 2022, esattamente 100 anni dopo l’arrivo del fascismo in Italia, la Destra é tornata. É successo con discorsi ambigui, frasi sibilline e a metà provenienti proprio dalla Meloni. Frasi come “vorremo dare alle donne un’alternativa all’aborto”, le famose e non meglio identificate “devianze giovanili”. Saranno anni difficili per chiunque faccia parte di una minoranza, di qualunque tipologia. Quest’anno ci ha abbandonati una Donna, l’espressione forse piu grande di libertà e progressismo, Raffaella Carrá. Una delle sue canzoni più famose, Rumore, é diventata una delle canzoni simbolo della comunità LGBT. Ed è da qui che si deve ripartire. Facendo rumore, ogni giorno di più.

La mia maestra alle Elementari diceva sempre la solita frase che a ogni ragazzo, un po’ svogliato e con la testa già proiettata al dopo, si dice: “suo figlio è intelligente, ma non si applica”. Ne ho fatto uno stile di vita. Studente di giurisprudenza presso la Federico II e di recitazione cinematografica in CinemaFiction. Appassionato di scrittura e di cinema. Scrivo opinioni, non richieste, su tutto ciò che a mio avviso merita di essere raccontato e discusso. Perché nella vita ho imparato che è sempre meglio avere un opinione che subire passivamente il corso delle cose.