di Christian Sanna
Quel tentativo di mettere insieme due solitudini é chiamato coppia, mentre alla speranza che ci possa essere in qualche modo una felicità le hanno dato il nome di amore. A me pare tutto un equivoco, pensato male ed apparecchiato peggio.
Le storie che non finiscono, in fondo, non interessano a nessuno.
Si parte, prima o poi e si arriva da qualche parte, comunque . Si ricordano le fermate, sempre troppe. I ritardi, così puntuali. Il viaggio scomodo e la settimana enigmistica da completare. Nel mezzo, conversazioni frivole ed ambiziose con sconosciuti.
Ognuno di noi, chi parzialmente e chi totalmente, è sconosciuto a se stesso. Come si può pretendere di conoscere davvero, fino in fondo, un altro essere umano. E come si può pretendere che l’altro ci capisca.
La poesia ha bloccato il mio percorso di crescita come uomo. Mi si è espansa l’anima, sono tutto occhi e pensiero. Una lotta costante fra razionalità e una creatività folle, ma educata. Dove avrei potuto diventare uomo, dorme senza sonno un re di sogni ed Atlantidi perdute.
Ho anche pensato che tutto questo tempo sia passato affinchè provassi nostalgia. Ogni cosa è stata studiata a tavolino dal desiderio di tornare indietro. Così, sempre risalgo il tempo, per fermare la felicità sui tuoi occhi. O sulle labbra di chi ti pare.
Chi ha dignità, quando le cose non vanno, si dimette. Sia un incarico, una storia d’amore, una promessa che non si riesce a mantenere.
Quando uno è innamorato, fra un bacio e l’altro sembra che ci passi un’eternità. In quell’eternità nasce vive muore e rinasce il desiderio di te.
E quando smetterai di cercare, l’oggetto di tanta ricerca, finalmente, si farà trovare. A quel punto, non ti interesserà più.
Chi ha inventato la macchina fotografica aveva, probabilmente, paura di scordarsi i momenti belli.
Se volete durare con qualcuno, che sia un rapporto d’amore o d’amicizia, frequentatevi poco e cercate di conoscervi il meno possibile.
Ogni donna, credo rappresenti una filosofia arricchita di propri anfratti dove ci segreta i dolori e le speranze, il tempo che passa con gli inevitabili rimpianti, la predisposizione alla maternità e piccole bugie. Tutte le donne che ho incontrato erano probabilmente giuste per il momento che stavo vivendo, ma le emozioni sono liquide ed i sentimenti , talvolta, danno una bassa risposta immunitaria alle difficoltà, così nel tempo possono cambiare e bisogna accettare con serenità di non essere più l’uomo dei sogni, perchè in fondo la vita normalizza anche i più speciali.
E’ sempre sui sentimenti che veniamo fregati. Fateci caso!
C’è un’invidia che non si dichiara e non perchè provi uno scatto di dignità, in parte, riscattandosi con la vergogna. E’ un tipo di invidia più raffinata, ma non per questo meno viscida. Non è denigratoria, ma omertosa. Non offende nessuno, ma non gli riconosce i meriti. La si individua facilmente: silenziosa, ferma, quasi dispiaciuta davanti al talento cristallino, dinanzi ad un successo clamoroso.
Muoio sempre un po’, ogni volta che mi guardi, mentre ti spogli.
Niente mi commuove. Eppure tutto mi strugge.
Come posso insegnarti la vita? Io non ho imparato nemmeno a respirare.
Domani è un altro giorno. Ma lo è pure oggi rispetto a ieri.
Invidio la disinvoltura con cui alcuni portano in giro la propria pochezza.
Io vorrei provare la nostalgia, almeno un poco. Nostalgia dei tuoi occhi a mandorla, forse delle tue labbra o di un luogo dove non siamo mai stati. Io vorrei avere nostalgia di te, della tua pelle profumata di magnolia e tuberosa, della tua risata improvvisa e delle tue mani che si intrecciano alle mie. Io vorrei provare nostalgia, se è possibile e almeno un poco, di te.