di Andrea Carpentieri
Il Ministro dell’Interno Piantedosi, lo si dica senza giri di parole, dovrebbe dimettersi, causa manifesta incapacità, per aver licenziato l’indecente provvedimento con il quale, a nome del governo Meloni, ha risposto ai facinorosi resisi protagonisti degli scontri sulla A1.
Il titolare del Viminale ha vietato ai residenti a Napoli e Roma, nonché nelle relative province, di seguire le proprie squadre del cuore in occasione delle trasferte che esse affronteranno nel giro dei prossimi due mesi, per un totale di quattro incontri a testa – nel caso del Napoli, le sfide si disputeranno a Salerno, La Spezia, Reggio Emilia ed Empoli. La decisione assunta da Piantedosi si presenta, in prima battuta (eppure vedremo che questo è l’aspetto meno grave) come fortemente discriminatoria: discriminatoria nei confronti di quanti non erano impegnati sull’autostrada A1 a menare pugni e a fare danni, eppure si vedono equiparati, nel divieto, ai violenti.
Non che la cosa, per quanto lasci amareggiati, possa o debba stupire: è in fondo indecorosa prassi tutta italica quella di non affrontare, investendo risorse per risolverli strutturalmente, i problemi. Su tali problemi si preferisce piuttosto chiudere gli occhi, adottando soluzioni ispirate da un dozzinale e grezzo semplicismo che mal si sposa con la robustezza degli emolumenti corrisposti a chi quelle decisioni è chiamato ad assumere.
Così si fa in Italia, così ha scelto di fare il ministro Piantedosi: ministro che, anzi, ha fatto di più e di peggio, in quanto il provvedimento da lui sottoscritto, oltre che discriminatorio, è un obbrobrio potenzialmente criminogeno. Il ministro dell’Interno del governo presieduto da Giorgia Meloni, infatti, ha lasciato ai tifosi di Napoli e Roma residenti in altre province la possibilità di andare in trasferta in occasione delle medesime partite di cui si diceva poco sopra.
Siccome però – lo si è precisato – i settori ospiti saranno chiusi, i supporters di Napoli e Roma autorizzati a seguire la propria squadra lontano dalle mura amiche entreranno nei vari stadi andando a sedersi in mezzo alle tifoserie locali. Se, dunque, non pare ci sia molto da preoccuparsi per il giorno in cui i sostenitori azzurri si troveranno gomito a gomito con quelli di Sassuolo ed Empoli, meno sereni lascia il pensiero di quanto potrebbe accadere laddove gruppi, anche (o soprattutto?) piccoli, di aficionados del Napoli dovessero assistere alla partita insieme ai “cugini” salernitani, o accanto a quegli spezzini con i quali un paio di anni fa si sono registrate storie molto, ma molto tese.
Complimenti di vero cuore, insomma, al governo Meloni ed al suo frontman Piantedosi: fare peggio, pur volendocisi mettere d’impegno, a chi scrive sembra fosse davvero difficile e, anzi, alle soglie dell’impossibile.