di Christian Sanna
Fino a dieci battiti al minuto, conseguenza di una tempesta ormonale che alza pressione arteriosa ed aumenta la pressione sanguigna. Sta nel petto, lo sanno tutti! | Con me | l’anatomia ha perso la testa. | Sono tutto cuore, | mi batte dappertutto. Così Vladimir Vladimirovič Majakovskij, poeta e drammaturgo russo, cantore della Rivoluzione d’ottobre, nuvola in calzoni in questi versi disperati per la sua Lilja Brik con cui fu amore a prima vista nonostante lei fosse già sposata.
A trentasette anni decise che la vecchiaia non l’avrebbe mai avuto, si suicidò con un colpo di pistola al cuore. Da due anni non vedeva la Brik, ma non smise di pensare a lei un solo istante della sua vita. Palpitazioni, sudore, vampate di calore, la bocca secca sono i segnali che vi state innamorando. Vorrei dirti ora le stesse cose/ma come fan presto amore ad appassir le rose sono i versi di Fabrizio per una canzone che sarebbe diventata dal 1999 l’inno delle mie malinconie, il rifugio dove andare a scrivere poesie, aforismi, strappi di filosofia. Basata sull’Adagio del Concerto per tromba, archi e basso continuo in re maggiore di Georg Philipp Telemann, l’indimenticato cantautore genovese ne sublimò la musica e fra parole rievocative di omaggi floreali e stanchezze, carezze senza voglia in ricordo di un amore che fu si insinua il sogno o meglio la speranza di una nuova storia, un altro amore stavolta forse definitivo a cui un giorno anche l’illuso di Via del Campo darà un bacio. Dante, Petrarca, Keats, Kerouac…periodi stili e letterature diverse, ma davvero pensate che per scrivere i loro capolavori non abbiamo spremuto i cuori fino all’ultima goccia di entusiasmo e disperazione.
Se il cervello è la regia, il cuore è il principale interprete del sentimento; gli dobbiamo le emozioni, tutte le esaltazioni di quando conosciamo qualcuno e ce ne innamoriamo. La chiamano chimica d’amore, ma ho sempre creduto nella parentela spirituale di Sándor Márai: se ho un incidente tu sola puoi donarmi il sangue, perchè siamo fatti l’uno per l’altra, parliamo la stessa lingua e ci lasciamo scoperti i vuoti, ci attraversiamo, ci intrecciamo, ci introspettiamo e se ho voglia di restare da solo nella settima stanza, tu non impazzisci.
Vorrei scrivere un dialogo amoroso fra mani che timidamente si cercano, sguardi che si incrociano e si sfuggono lasciandosi alle spalle una voglia incompiuta di baci, carezze, turbolenze. Per Alberoni L’innamoramento è un processo a un tempo emotivo ed intellettuale in cui due persone compiono una vera e propria rivoluzione interiore, si ribellano al mondo così com’è per crearne uno nuovo. Possiamo dunque aggiungere che amare è una scelta di coraggio ma anche un atto politico, l’abbandono della vecchia casa per costruirne una nuova dove farci entrare la felicità.
In I pesci non chiudono gli occhi Erri De Luca dipinge con queste parole Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque. Allora, cos’è chi rinuncia all’amore? Un folle, un peccatore, un masochista, un ignorante…
Io dico che amare è l’infinito del verbo sentire, farmi contaminare da te, avere cura della tua solitudine senza la presunzione di colmare certi vuoti, lasciarti la libertà di scegliermi ogni giorno, se lo vorrai. Riconoscere i tuoi meriti, valorizzare i tuoi talenti. Tifare per te affinchè tu possa esprimere a pieno tutto il tuo potenziale e realizzare i tuoi desideri. Affrontare il dolore insieme, riflettere sulle sconfitte, consolarci nelle perdite, ricaricare le energie per nuove sfide. Quando si è felici insieme non si pensa ad altro, non si cerca di andare via. Si resta insieme, più forti ed uniti di prima.
“L’hai amata, vero?” Lui sospirò
“Come posso risponderti? Lei era matta”
Sì passò la mano tra i capelli
Dio se era tutta matta. Ogni giorno era una donna diversa
Una volta intraprendente, l’altra impacciata.
Una volta esuberante, l’altra timida. Insicura e decisa.
Dolce e arrogante.
Era mille donne lei, ma il profumo era sempre lo stesso
Inconfondibile
Era quella la mia unica certezza.
Mi sorrideva sapeva di fregarmi con quel sorriso
Quando sorrideva io non capivo più nulla
Non sapevo più parlare ne pensare
Niente, zero
C’era all’improvviso solo lei
Era matta, tutta matta
A volte piangeva
Dicono che in quel caso le donne vogliono solo un abbraccio
Lei no
Lei si innervosiva
Non so dove si trova adesso ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni
Era matta tutta matta
Ma l’ho amata da impazzire.
(Charles Bukowski)