di Christian Sanna – foto di Elliott Erwitt
Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai (sonetto 116 – Shakespeare) ed ancora, aggrappandomi al Cantico dei Cantici come di notte un ubriaco al lampione che un pò alla volta ci muore per amore Come sono belli i tuoi piedi nei calzari, o figlia di principe! Le curve dei tuoi fianchi sono come gioielli, opera di mano d’artista. D’amore fu il sogno di Liszt, affascinante compositore e conoscitore dell’universo femminile.
Un notturno in labemolle maggiore dall’atmosfera magica con un inizio che sembra un volo in un cielo limpido alla ricerca dell’ oggetto del desiderio ed una seconda parte difficile, più cupa dove avviene l’incontro fra i due amanti i quali si osservano, si studiano non avendo la certezza di cosa provi l’una per l’altro, ma basta guardarsi occhi negli occhi per presentarsi le anime e dichiararsi con un abbraccio in un ritmo sempre più coinvolgente che fa pensare all’amore fisico fra i due. Ovidio racconta di Pigmalione e Galatea, il primo uno scultore ispirato, lei la sua statua d’avorio, così perdutamente bella da far perdere la testa al suo creatore. Da uomo innamorato si presentò al tempio di Afrodite e la pregò di dare vita alla statua rendendola umana. La dea acconsentì ed i due si sposarono ed ebbero una figlia.
Il cantore Orfeo e la ninfa Euridice si incontrano, si piacciono e si sposano. Di Euridice si invaghisce un pastore, Aristeo. Un giorno mentre lei scappa dall’uomo che la insegue viene letalmente morsa da un serpente. Appresa la notizia un affranto Orfeo decide di scendere negli inferi per riaverla. Il suo canto d’amore per la donna fu così struggente da commuovere anche Persefone ed Ade che decidono di restituirgli la moglie a patto di condurre la donna alla luce senza voltarsi. Lui avanti e lei a seguire senza cedere alla tentazione di girarsi. Nella risalita, quasi arrivati alla luce, in un momento di cedimento emotivo il poeta si volta per controllare se l’amore della sua vita sia ancora con lui. In un attimo lei scompare nell’abisso. Orfeo, devastato dal dolore non trova più pace e pur continuando ad emozionare con il canto e le parole, rifiuta di vivere un’altra storia e si limita a vagare per la terra, inconsolabile. Così le Menadi lo puniscono facendolo a pezzi e gettando i resti nel fiume. Il destino è compiuto ma nella tragedia può riabbracciare la sua Euridice.
Encore!
Morirei per un tuo solo sguardo, un tuo sospiro che profumi d’amore e una carezza che riscaldi il mio cuore. Non assomigli a nessuna da quando ti amo. (Pablo Neruda)
Encore!
Non posso vivere fuori dal cerchio magico del nostro amore. (Italo Calvino)
Encore!
Sarei perduto, s’io vivessi un solo momento senza di te. (Ugo Foscolo)
Ne Il Bacio di Klimt c’è amore, sensualità e tanto oro che luccica mentre ne Il compleanno di Chagall uno slancio di tenerezza quotidiano. Il pittore dipinge la moglie intenta a celebrare la festa in onore dell’amato ornando la casa con dei fiorellini. L’artista, lentamente le si avvicina e la bacia, i due sono in procinto di spiccare il volo.
Termina questa breve carrellata di storie, amori e per sempre con l’inizio di una fra le più belle canzoni della musica italiana a firma di uno straordinario Gino Paoli Quando t’ho vista arrivare /bella così come sei/non mi sembrava possibile che /tra tanta gente che tu t’accorgessi di me…
In fondo, l’amore cos’è se non una lotteria o un capriccio del cielo e forse amare è fare pace con se stessi, aprirsi all’altro, stare al mondo a due. Guardando nella stessa direzione la felicità che s’avvicina.