Un lutto che colpisce duramente tutta l’Italia
Se sei un cantautore nato a Napoli, sei e sarai sempre “il cantautore napoletano”. Come un marchio a caldo.
Napoli ti entra dentro, è vero. Se ci sei nato poi, non te ne liberi mai.
Ma Pino Daniele non è un lutto napoletano. È un lutto della musica.
Un lutto di tutti.
L’altra notte mi sveglio di soprassalto, sudata e agitata: è successo qualcosa.
Prendo il telefono che sembra un’astronave da quante luci si sono accese: notifiche, messaggi, tweet.
Guardo con paura: se ne è andato. Per sempre. Un infarto per quel cuore malato. È venuto a morire in quella terra dalla quale, per metà, provengo.
In quella terra nella quale l’ho visto suonare l’ultima volta: uno dei tanti suoi concerti ai quali ho assistito.
È incredibile. È doloroso.
Quante volte l”ho cantato, nella sua lingua, dialetto è riduttivo, che amo così tanto. Quante volte ho immaginato quella sua città che lo faceva soffrire. Che amava e odiava.
Quante emozioni, ricordi, amori, risate e pianti mi ha regalato.
Un’amica mi ha scritto: “persone che solo Napoli sa fare”.
Forse è vero. Ma Pino era anche mio.
E anche mio è il lutto e il diritto di piangerlo. Di una torinese con origini miste più che mai, una “nera a metà”.
Mi riconosco in tante canzoni, in tanti suoi pensieri.
Era di tutti. E di tutti è il lutto.
Anche mio.