Oriana Fallaci raccontata attraverso un film. Ad interpretarla la giovane Vittoria Puccini. Accento toscano e sguardo magnetico. Oriana è una giornalista affermata. Durante la sua malattia decide di tornare in Toscana e di creare un archivio dei propri lavori. Rivoltasi per un aiuto all’Università di Firenze, viene affiancata da una laureanda in giornalismo di guerra. Un rapporto di lavoro, quello tra le due, abbastanza complicato. La Fallaci non si fida dell’inesperienza della studentessa ma le racconta, comunque, la storia della sua carriera aprendosi a lei con ricordi duri e significativi. La carriera come giornalista inizia a 17 anni, sotto le bombe, a Firenze. Poi la svolta grazie a “L’Europeo” e i viaggi in giro per il mondo. Stanca di intervistare le star di Hollywood, Oriana parte per il Vietnam. Un luogo dove incontrerà l’amore e la resistenza del dolore. L’ascesa nel giornalismo internazionale farà di lei una “miss” temuta persino dall’Ayatollah Khomeini.
Il pilastro della stampa italiana è descritto attraverso un film di Marco Turco, miniserie per la Rai. La Puccini interpreta un personaggio impegnato. Il suo essere toscana l’ha forse agevolata nell’attuazione del soggetto. Il risultato del lavoro è abbastanza pungente. Poco incisivo in alcuni punti salienti della trama (la spedizione della Nasa del razzo sulla luna, ad esempio). Oriana appare come un donna forte e costantemente arrabbiata con il mondo. Fumatrice impaziente, viziata reporter ed insopportabile collega di lavoro.
La narrazione sembra peccare in qualcosa di fondamentale. Una figura “androgina” del giornalismo dipinta a metà strada tra la collera e l’eccessiva fragilità in amore. L’estremismo dell’anima poco si combina con la linea fluida del racconto.