Cara Dalia,
ho imparato a conoscerti mentre camminavamo, in tanti, sotto la pioggia battente. Ma la tua mamma reggeva, instancabile, una gigantografia del tuo sorriso, che incoraggiava tutti ad andare avanti.
Quel tuo sorriso era, allo stesso tempo, il simbolo della disperazione e della speranza. Della gioia, e del dolore. Della paura e del coraggio. Della tua mamma, e di tutte le mamme di questa terra.
E’ una mamma, che ti scrive. Una mamma fortunata, perché io a mia figlia le cose posso dirgliele, posso guardarla mentre dorme nel suo letto, sgridarla se non ha fatto i compiti, e preoccuparmi di quello che mangia o di come si veste.
Dalia, il tuo breve passaggio in questo mondo, ha un senso che tanti stanno comprendendo solo adesso.
“Il dolore a volte toglie la gioia di amare”, ha scritto Tina, la tua mamma. Non è successo, per fortuna. Dal dolore più grande che un essere umano può ritrovarsi ad attraversare, sta germogliando un seme nuovo. Il seme della speranza, dell’alba che arriva, della vita che non si arrende, e – nonostante tutto – vince su tutto.
Arriverà un fratellino, cara Dalia. Hai un altro compito da assolvere. Quante responsabilità, ti stiamo affidando!
Sei diventata, con quel tuo sorriso pulito, e quella cintura nera con cui sfidavi il mondo, il simbolo della voglia di continuare a far sentire la nostra voce. A quella pacata di Tina, la tua mamma coraggiosa, se ne sono unite tante altre.
Altre voci di mamme che condividevano lo stesso strazio che le aveva viste impotenti davanti alla sofferenza che vi straziava la carne e l’anima. La paura più grande di ogni madre. Assistere alla fine, lenta e inevitabile, e non poter barattare la propria vita con quella di un figlio innocente.
Ma nulla accade per caso, carissima Dalia. E’ l’unica spiegazione che ci si può dare per riuscire ad andare avanti senza lasciarsi inaridire.
“Dinanzi a questa nuova vita che cresce in me,mi sono chiesta piu’ volte se fossi stata capace di amarlo come ogni creatura merita”.
Si, Tina. Ci riuscirai.
Per Dalia, per Antonio, per la creatura che arriverà, e per i nostri figli, per cui ti batti, ogni giorno, come fossero tutti figli tuoi.
Leggere quelle righe, che hai voluto condividere con tutti noi, mi ha emozionata. Mi fa comprendere che ne vale la pena. Mi fa rivedere tutta la scala dei valori e delle priorità.
“Il modo con cui posso onorare la tua memoria e’ amare oltre il dolore,come mi hai insegnato tu. Amo e non dimentico, non dimentico e per questo amo”.
Grazie, Tina. Condividere, a costo di essere tacciata di protagonismo, il dolore e la gioia più intima, non è da tutti. E’ un dono inestimabile, e il debito di gratitudine di chi lo riceve non si estingue.
Grazie per averci insegnato che si deve, perché si può. Si può sperare, si può credere che – con l’amore – le cose possono cambiare.
Questo figlio che nascerà è un po’ di tutti, come la tua Dalia. Lo sai, vero? È arrivato il momento di fare la nostra parte, oggi più di ieri.
A te, alla tua famiglia, a chi non si arrende, auguro solo di continuare a crederci.
Grazie.