Chissà se il ministro Lupi verrà ancora in Valle Susa.
Se verrà a darci dei terroristi a casa nostra, se verrà ad accusarci di essere violenti fuori legge. A noi, ora, piacerebbe tanto incontrarlo. Noi le sue parole ce le ricordiamo bene.
Ci ricordiamo anche del recente incontro con i sindaci No Tav che si è svolto presso il ministero a Roma, e il presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione Mario Virano.
Le conclusione del ministro sono state le seguenti:
L’opera non è in discussione, è iniziata ed è irreversibile, lo Stato ha già deciso tempi e modi della sua realizzazione, ma è utile da parte dei sindaci, anche oppositori dell’opera, una funzione continua di stimolo e verifica
Le opere di compensazione per i Comuni della valle sono necessariamente legate alla realizzazione della Torino-Lione, in questo senso la collaborazione per realizzare insieme l’opera massimizzerà le opportunità che vengono da queste risorse, l’impegno del ministero è perché vengano escluse dal patto di stabilità interno
Non c’è interlocuzione possibile con i violenti e con i contigui dei sabotatori, siano essi praticanti o teorizzatori dei sabotaggi violenti
Il criterio della assoluta trasparenza è totalmente condiviso, i costi verranno certificati da un soggetto terzo individuato da una gara internazionale già avviata
Il Governo apre la pagina alla verifica del progetto definitivo della tratta nazionale
Il luogo del confronto è l’Osservatorio, verranno individuati altri strumenti cui invitare, su questioni puntuali, le amministrazioni coinvolte.
Erano già conclusioni molto divertenti ma alla luce di ciò che sta avvenendo in questi giorni lo sono ancora di più. Infatti il nostro ministro Sì Tav risulta coinvolto, anche se per ora non indagato, nell’ l’inchiesta “Sistema” su un presunto giro di tangenti legato agli appalti dell’Expo, della Tav e di altre importanti opere pubbliche in Italia.
Dalle registrazioni emerge un rapporto molto stretto tra Lupi e Ercole Incalza, ex capo della Struttura tecnica di missione, una divisione che gestisce le opere pubbliche e dipende direttamente dal ministero delle infrastrutture.
Nell’intercettazione del 16 dicembre 2014 il ministro parla con Incalza e dice: “Su questa roba ci sarò io e ti garantisco che se viene abolita la Struttura tecnica di missione non c’è più il governo!”. Il riferimento è proprio alla struttura gestita da Incalza, che il governo minacciava di controllare più da vicino o addirittura di sopprimere. Per questo Lupi lo avrebbe rassicurato.
Nelle registrazioni Lupi dice anche che il viceministro delle infrastrutture, Riccardo Nencini, è stato nominato grazie alla sponsorizzazione di Incalza, ma Nencini ha smentito. Dall’inchiesta emerge inoltre che Incalza avrebbe procurato degli incarichi di lavoro al figlio del ministro, un vestito sartoriale a lui e un Rolex da 10mila euro come regalo al figlio per la laurea.
Lupi per ora non starebbe pensando alle dimissioni.
Spero che non si dimetta, in effetti, e che venga in Valle Susa a parlarci di senso dello Stato, di onestà, di terrorismo, di violenza e di rispetto della legge. Magari facendosi accompagnare dal ministro Angelino Alfano.
I No Tav saranno sicuramente disposti ad un confronto.