L’acqua potabile è un bene comune insostituibile che deve essere tutelato a partire dai serbatoi naturali montuosi.
A “monte” dell’acqua potabile che esce dai rubinetti, acqua che è un bene comune e non può essere privatizzato, esistono i serbatoi naturali che alimentano sorgenti e falde di acqua potabile.
Ora anche questi serbatoi naturali stanno correndo pericoli.
L’esempio più preoccupante è rappresentato dai Monti della Maddalena che alimentano oltre 4000 litri al secondo di acqua potabile.
Su questi rilievi che costituiscono un serbatoio naturale, un acquifero formato da rocce carbonatiche fratturate e carsificate con vari bacini chiusi endoreici che assorbono l’acqua attraverso inghiottitoi, ubicato tra il Vallo di Diano e la val d’Agri-valle del Melandro in Basilicata, lo stato ha perimetrato due aree nelle quali potrebbero essere autorizzate attività petrolifere.
Vi è una palese incompatibilità tra tutela dell’acqua potabile ed attività petrolifere su un serbatoio naturale molto permeabile e facilmente inquinabile dagli idrocarburi liquidi.
Lo Stato ha sbagliato e deve annullare le due aree chiamate Monte Cavallo e Tardiano.
Problemi simili si pongono nell’acquifero compreso tra i Monti di Muro Lucano (in Basilicata dove è stato perimetrato il potenziale permesso Muro Lucano nel quale potrebbero essere autorizzate attività petrolifere) e la valle del Sele e del Tanagro in Campania che alimenta sorgenti captate per uso potabile nel salernitano e nei Monti Picentini (Permesso Nusco).
Come si vede sono in pericolo gli stessi serbatoi naturali che alimentano gli acquedotti.
Al fine di tutelare, in maniera insuperabile da eventuali interventi legislativi tipo sblocca Italia, ho proposto di istituire nel nostro territorio i “Santuari dell’ Acqua Potabile” comprendenti i vari serbatoi naturali che gratuitamente ci alimentano di acqua potabile.
Petrolio e acqua sono due beni comuni, due “prodigi” della natura!
Il primo: utile, potente, prevaricatore, corruttore, che ha contribuito allo sviluppo tecnologico, ancora non sostituibile; la seconda: umile, povera, delicata, ma insostituibile e indispensabile alla vita, ieri, oggi e domani!
Chi possiede e controlla il primo si sente padrone del mondo, comanda nel mondo, con le buone o con le cattive.
Chi possiede la seconda, ma non il primo, è comunque sotto il comando del primo.
Chi possiede il primo, senza la seconda non può vivere.
Ne discende che l’uomo saggio ha bisogno di entrambi i beni comuni e non deve creare conflitti e incompatibilità tra gli usi dei “prodigi della natura”.
Le attività petrolifere non devono e non possono causare l’inquinamento dell’acqua.
Gli uomini che privilegiano le attività petrolifere causando l’inquinamento delle risorse idriche non sono uomini saggi: sono predatori della natura che si ispirano a “Mors tua vita mea”.