Facebook è un mondo stracolmo di notizie, di foto, di condivisioni a stretto ed ampio cerchio; un mondo che stimola la lettura, invoglia la ricerca, amplia le amicizie, coinvolge vecchi e nuovi amici, perché contrae il tempo con gli amici di vecchia data ed allarga le prospettive con i nuovi conoscenti, avvicina grandi e piccini. E’ un mondo che trae il suo senso quando rimane collegato alla realtà, quando dietro le foto oppure i link condivisi c’è la voglia di rendere partecipi gli altri delle proprie avventure o disavventure. Un mondo che viaggia parallelo alle nostre vite, che ci mette in vetrina o che ci consente di osservare gli altri e di riflettere, sapere, ragionare. Molti lo ritengono un “pozzo nero” da cui trarre spunti per l’inciucio, altri lo ritengono un “acquitrino stagnante” di apparenze, altri ancora una “passerella” volta ad attirare a se maldicenze o invidia. Sta di fatto, però, che Facebook ci ha arricchito di informazioni, ci ha dato la possibilità di rivedere o di avere notizie di persone lontane o che il tempo e la lontananza ci aveva reso impraticabili. La grande vetrina di Facebook ha agevolato i contatti; a volte, senza la consapevolezza del singolo, ha riempito vuoti del pensiero e dell’anima, colmato solitudini e reso meno pesanti le delusioni. Fa sentire belli e apprezzati con i suoi “mi piace” e fa sentire meno soli con la sua domanda sempre pronta a sapere “a cosa stai pensando?”
I suoi pericoli sono dietro i malfattori ed i bugiardi, ma quelli ci sono in ogni contesto ed in ogni realtà; forse Facebook, però, ci rende a volte più aggressivi o più vulnerabili rispetto a quello che siamo nella realtà, ma anche questo serve alla vita: imparare a cavarsela nel mondo del web. C’è una sottolineatura da fare, però, che è la comicità di questo social network. Una sorta di Zelig nato via etere: sono quei tipi “simpaticamente stupidi”, quegli “amici di Facebook” che credono che i link siano spediti personalmente, e solo a loro. Questi simpatici ominidi che in pubblica assemblea, poi, parlano con frasi rubate ai link, raccontano come se fosse capitato al loro vicino di casa quella storia di cui tutti parlano, riportano come proprie, notizie che invece grazie a Facebook conoscono tutti. E c’è da chiedersi: Ma lo sapete che Facebook è utilizzato da un italiano su due? Be’ forse non lo sapete…