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Nell’ambito del festival di Letteratura “Ricomincio dai libri”, di presenta sabato 26 settembre (ore 16) presso Villa Falanga a San Giorgio a Cremano, “La mozione d’inchiesta per le Province Napoletane” al Parlamento del 1861, del deputato di Casoria Francesco Proto. Il documento è stato ripubblicato, dopo un secolo e mezzo di oblio, dall’editore Alessandro Polidoro, in una edizione critica introdotta e curata dallo storico Giuseppe Pesce, che sabato ne discuterà con lo scrittore e storico Ciro Raia.
Cancellata dalla storia ufficiale, la “Mozione” è una delle più importanti e controverse pagine del Risorgimento. «Napoli starà peggio, ma noi staremo meglio». Sembra di sentir parlare un politicante dei Vicerè di De Roberto o del mitico Gattopardo. Invece questa è proprio una delle voci che correvano in giro per l’Italia alla vigilia dell’unificazione, nel 1860. Ce lo racconta Francesco Proto – singolarissima figura di politico-letterato nella Napoli di metà ‘800 – in questo documento eccezionale, che ai suoi tempi fece il giro d’Europa, ma fu presto cancellato dalla storia ufficiale, per divenire un classico della cosiddetta “controstoria” d’Italia.
Voce solitaria nel primo Parlamento del 1861, Proto chiese di avviare un’inchiesta per le Province Napoletane; parlando della fine di un regno, e di ministeri affidati a «gente più da spasso che da lavoro»; ma soprattutto del terrorismo con cui veniva repressa la rivolta meridionale: fenomeno complesso che univa trame reazionarie e questione agra- ria, coinvolgendo ex-militari, malviventi e contadini affamati di terra.
Nessuno volle ascoltare. Ma quello scritto, appassionato e spietato, tra retorico e giornalistico, delineava efficacemente un “quadro problematico” destinato ad esplodere negli anni successivi, anticipando di un buon decennio i principali nodi della Questione Meridionale.