Ritrovata la tomba di Monna Lisa, ma il mistero continua

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  • di Gemma Delle Cave

Frutto del genio di Leonardo da Vinci, una tra le più grandi figure del Rinascimento e di tutta la storia, la celeberrima ed enigmatica Gioconda, anche nota come Monna Lisa, pare abbia finalmente una tomba.

caccia-Gioconda-firenze_scavi_sant_orsola_2012Nel convento di Sant’Orsola, a Firenze, sono stati rinvenuti dei resti ossei, che, grazie alla datazione al carbonio-14, sembrano confermare di appartenere proprio a lei, Lisa Gherardini del Giocondo: infatti con questo metodo, ampiamente utilizzato per conoscere l’età di frammenti organici, sono emerse coincidenze sia sul periodo della morte sia sul luogo di sepoltura, che hanno portato gli studiosi a pensare che la legittima proprietaria fosse proprio la musa di Leonardo.

Il coordinatore del Comitato di Valorizzazione dei Beni Culturali in Italia, Silvano Vinceti, ha affermato che la probabilità che si tratti di Lisa è altissima, ma non vi sono ancora certezze. Sebbene siano stati effettuati degli studi scrupolosi, non si può proseguire con gli esami del DNA con le tecniche oggi note, per fare un confronto con i resti dei figli trovati nella chiesa della Santissima Annunziata, poiché ampiamente deteriorati dalle alluvioni dell’Arno. Indubbiamente, in un futuro non molto lontano, avremo molti più strumenti con cui datare i corpi, anche, come nel caso della Gioconda, disponendo di poche informazioni da cui partire.

Si tratta di un personaggio, come è noto, circondato da un alone d’infiniti ed affascinanti misteri, non solo per quanto riguarda il nome o la tomba, ma anche se sia realmente Lisa Gherardini del Giocondo o un’altra donna, o se sia stata la vera musa ispiratrice dell’omonimo quadro di Leonardo, custodito nel museo del Louvre di Parigi. Sono in molti gli studiosi che, con attente analisi del dipinto, hanno riscontrato in quella figura femminile, dallo sguardo penetrante e dal sorriso blando che incanta chiunque la osservi, la madre di Leonardo, ed altri addirittura con sovrapposizioni effettuate al computer vi hanno individuato lo stesso Da Vinci autoritratto. Per di più, anche il paesaggio raffigurato nello sfondo lascia spazio a rompicapi: non è del tutto inventato, anzi rappresenterebbe una zona precisa della Toscana, e la parte destra non è perfettamente allineata con quella sinistra, ma posta più in alto.

Chissà se un giorno il ritratto dell’anima, come da tanti definito, e per questo portatore di segreti, sarà definitivamente e pienamente accessibile…

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