Le uscite didattiche e le gite scolastiche rappresentano un enorme ricchezza per le scolaresche, un’opportunità per docenti e discenti per incontrarsi fuori dalle mura della scuola, per conoscersi e riconoscersi ” in altre vesti”. Significa uscire dal routinario, dall’abitudine di vedersi sempre negli stessi ruoli, con gli stessi volti: di chi insegna e di chi apprende; per ritrovarsi piacevolmente a scoprire la realtà, ma non in cattedra e banco, non attraverso la Lim o i libri, bensì attraverso la natura, le opere ed i musei.
Non bisogna credere che le gite scolastiche siano cosa da poco; non bisogna ridurre ad una semplice e futile gita un momento che invece è di crescita valida e forte.
L’accaduto del giovane studente livornese, Elia Barbetti, che ha perso la vita durante una gita scolastica all’ Expo, che va ad aggiungersi allo scorso fatto di cronaca similare, ovvero il giovane studente di Milano, Domenico Maurantonio, precipitato da una finestra di un albergo, per quanto siano situazioni dolorosissime, non devono indurre a pensare che le gite scolastiche siano pericolose, controproducenti e fuori da ogni controllo.
Ogni scuola, durante l’intero anno scolastico, progetta ed organizza in media tre uscite didattiche e/o gite scolastiche. Si pensi, dunque, quante scolaresche affrontano con il sorriso e lo zaino in spalla l’opportunità di condividere coi compagni di classe momenti diversi d’istruzione e di scoperta. Basterebbe fermarsi solo un attimo sull’uscio dei propri ricordi, per sentire la sensazione di felicità e di libertà ( libertà dai banchi e dall’impegno dello studio continuo sui libri ed i quaderni) che ci accompagnava alle gite quando si era piccoli.
Andare alla scoperta di altro luogo, diverso dal proprio consueto ambiente, soprattutto laddove le famiglie non possono fornire queste opportunità, e andarci con un Docente che, per tecnica, metodologia e didattica sapienti, trasmette – durante una gita – saperi mirati e costruttivi, è una opportunità grandissima largamente adoperata in tutto il mondo. Dispiace sapere che la morte di questi ragazzi sia avvenuta proprio durante un momento così bello e sereno, ma c’è da chiedersi perché, evitando di demonizzare le gite scolastiche. Perché è accaduto? Cosa non ha funzionato? Cosa avevano affrontato questi ragazzi durante quella giornata? Gli interrogativi sono tanti e le risposte pochissime. Possiamo solo impegnarci affinché non accada mai più. Maggiori controlli, più Docenti che accompagnano gli studenti, magari una maggiore attenzione agli stati d’animo ed alla sensibilità dei ragazzi, scelte preventive e strategie organizzative nuove e diverse, ma non abbandoniamo l’idea che il mondo sia un’ottimo’libro’ su cui studiare.